Titolo originale | Amityville II: The Possession |
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Paese di produzione | USA Messico |
Anno | 1982 |
Durata | 100 min |
Colore | Colore |
Audio | sonoro |
Genere | horror |
Regia | Damiano Damiani |
Soggetto | Hans Holzer |
Sceneggiatura | Tommy Lee Wallace, Dardano Sacchetti (non accreditato) |
Produttore | Ira Smith, Stephen Greenwald |
Fotografia | Franco Di Giacomo |
Montaggio | Sam O’Steen |
Musiche | Lalo Schifrin |
Interpreti e personaggi | |
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La storia narra di una famiglia di Long Island e del suo recente trasferimento in una casa maledetta, edificata su un cimitero indiano.
Si mostrano diversi fenomeni inspiegabili che inquietano la famiglia, la madre è la prima a intuire che qualcosa non va e contatta un sacerdote. Purtroppo, prima che questi possa intervenire, uno dei figli (Sonny) viene posseduto da un demone che, usando il suo corpo, massacra tutta la famiglia. Il prete alla fine riuscirà a esorcizzarlo, salvando almeno il ragazzo, ma verrà lui stesso posseduto.
Verso la fine, quando Sonny torna a casa e va nella sua stanza ormai vuota, sul muro c’è un poster di Rocky (1976). L’attore Burt Young, che nel film interpreta lo sgradevole ruolo del padre padrone, partecipò anche a quel film nel ruolo di Paulie.
Critica.
Tutto fin dall’inizio ci cala in una atmosfera agitata, inquietante e ansiogena che ci attanaglia fino alla fine. Ottima la scelta (e per niente banale) di non mostrare mai e di farci solo immaginare. La macchina da presa diviene il veicolo primario del terrore nel momento in cui perde la sua naturale funzione di “farci vedere” e le immagini (sempre costruite superbamente; una per tutte la sequenza della m.d.p. capovolta che inquadra in un primo piano Sonny) nell’impersonare il male, sono marcate da evoluzioni cinetiche e dalla colonna sonora (splendidamente creata per sottolineare l’atmosfera inquietante del film). Assolutamente credibili gli interpreti che divengono mezzo di diffusione del male per la loro reticenza o ipocrisia nei confronti della religione (addirittura la madre dice di voler pregare senza riuscire a farsi uscire le parole di bocca). Il vero protagonista del film resta il male nel suo farsi strada, trovando terreno fertile, in coloro che rinnegano o si allontanano dalla religione e dalla chiesa. Ma anche la chiesa ha la sua colpa nel rendersi sorda ai richiami ripetuti dei suoi figli (molte volte Patricia cerca aiuto e trova solo porte chiuse; ma anche il padre spirituale, dopo aver compreso, deve battersi contro l’ottusità imperante degli ecclesiastici dei “piani alti”). Effettivamente il film, nella seconda parte, si ispira molto a “l’esorcista”. Comunque damiani riesce a rendere il plot molto più movimentato del precedente e molto più attuale. “l’esorcista” a trent’anni di distanza risulta totalmente datato e quasi comico; “amityville possession” rimane in assoluto uno dei più terrificanti e ben costruiti film horror di tutti i tempi.
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Fonti: wikipedia.com; mymovies.it, youtube.com