Il ponte del Diavolo di Bobbio (PC)

Il ponte del Diavolo di Bobbio (PC)

Il Ponte Vecchio, o Ponte gobbo o meglio “Ponte del Diavolo” è di età romanica ed è lungo 280 metri con 11 archi, tutti completamente irregolari. E’ questa la sua caratteristica che lo rende unico nel suo genere, oltre che inquietante proprio per questo aspetto così strano.

Secondo la studiosa Carla Glori, questo sarebbe il ponte raffigurato nello sfondo della Monna Lisa di Leonardo da Vinci.

La sua origine deriva da una leggenda abbastanza famosa. Pare che San Colombano, ansioso di giungere a Bobbio per iniziare l’opera di evangelizzazione, si trovò di fronte al Diavolo in persona che gli avrebbe promesso di costruire un ponte in una sola notte in cambio della prima anima che lo avrebbe oltrepassato la mattina dopo. San Colombano accettò e il Diavolo mantenne la promessa costruendo il ponte, irregolare per via della diversa altezza dei demoni che tenevano le arcate in fare di costruzione. Peccato che il primo essere che passò fu un cane (poverino!). Si dice che nella cripta della Chiesa di San Colombano ci siano ancora le orme dello stesso sventurato animale.

Le leggende

Nel medioevo, la costruzione di un ponte era un’opera di grande ingegno, considerata quasi prodigiosa. Per questo la costruzione dei ponti ha dato origine a molte leggende, che spesso avevano come protagonista il diavolo, in quanto congiungere due luoghi che la natura (e Dio) aveva voluto separati era vista da molti come un’opera “diabolica”.

Secondo una prima antica tradizione, il maligno contattò san Colombano, promettendogli di costruire il ponte in una notte, in cambio della prima anima mortale che lo avrebbe attraversato. Il santo accettò. Nella notte, il diavolo convocò vari diavoletti che lo aiutarono nell’opera muratoria, reggendo le volte del ponte. I demoni erano di statura diversa e così le varie arcate del ponte uscirono di dimensioni variabili. Al mattino, il diavolo si appostò all’estremità del ponte, per esigere il suo compenso. San Colombano gli mandò un cagnetto. Il diavolo, turlupinato, se ne tornò all’inferno, non prima di avere sferrato un calcio al suo manufatto, che da allora è anche sghembo.

Altre versioni della stessa storia vedono l’attraversamento da parte di altri animali: una da parte dell’amico orso aggiogato sui monti, in un’altra il Demonio costruisce il ponte senza gobbe e san Colombano fa attraversare il ponte ad un asino; il Diavolo, per disperazione, si gettò nella Trebbia che scorreva sotto il ponte e la sua caduta in acqua causò la deformazione del ponte, che da allora è detto gobbo.

In un’altra versione, il diavolo comprò l’anima dell’oste che risiedeva al di là della Trebbia (dove ancora oggi vi è un pubblico esercizio).

Secondo un’ulteriore versione, l’oste, non riconoscendo il diavolo, ma un vecchio gobbo con il bastone, auspicò il collegamento della trattoria con la città con la deviazione della via commerciale verso Genova e Chiavari (la strada attuale fu costruita solo recentemente), in vista di un aumento cospicuo delle sue entrate. Il vecchio gli chiese se era disposto a vendere l’anima; lui rise, ma poi annuì e strinse la mano al vecchio, che si mise a ridere sonoramente insieme all’ignaro oste. La mattina seguente tra le nebbie apparve il ponte tra lo stupore generale. Ma successivamente la moglie dell’oste notò una stranezza: la gente che vi passava si esprimeva con turpiloqui e bestemmie nel superare faticosamente le gobbe del ponte, e dopo varie fatiche si abbandonava all’alcool della trattoria dimenticando i doveri familiari. Un giorno la moglie si alzò prima dell’alba e ai primi raggi del sole vide che sul ponte, nella nebbia mattutina, usciva un alito di vento che si trasformava in demone e poi in uomo, e vi riconobbe il vecchio gobbo. Quella mattina andò a messa e raccontò tutto al vescovo, che capì il perché la gente veniva sempre meno a messa e con la moglie stabilì un piano. La sera, la donna invitò il vecchio a cena e lo fece abbuffare ed ubriacare fino a quando si addormentò, mentre il Vescovo, con i parroci e alcuni parrocchiani rimastigli fedeli, iniziò a benedire il ponte e a costruire zone votive con croci e statue religiose (parti di esse sono ancora visibili). Il vecchio si svegliò all’alba e all’altezza dell’arco maggiore vide il Vescovo che innalzava il suo bastone pastorale al cielo. Allora incominciò ad imprecare, ma prima di sparire maledisse il ponte e batté il suo bastone dicendo che ciclicamente, ogni qual volta la religiosità sarebbe diminuita, avrebbe mandato delle piene del Trebbia a distruggere il ponte, che fu da allora denominato Gobbo o del Diavolo. Leggende simili si narrano per altri ponti, come il ponte della Maddalena a Borgo a Mozzano o il Puente del Diablo a Martorell in Spagna.

Ponte del Diavolo può riferirsi anche alle seguenti strutture:

Talvolta il nome deriva dal fatto che l’opera di ingegneria era ritenuta così avanzata per l’epoca, da essere creduta artificio del diavolo.

 

Fonti: http://www.luoghimisteriosi.it/emilia_bobbioponte.html; https://it.wikipedia.org/wiki/Ponte_Gobbo

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