Paura. La più forte e inequivocabile delle emozioni. Tutti sappiamo cos’è, la conosciamo fin dai primissimi momenti della nostra vita. Saper scrivere la paura è cosa rara. Esattamente come il saper far ridere, spaventare il lettore è un’arte raffinata e impegnativa. Tenerlo incollato alla pagina, suscitargli accelerazioni cardiache, sussulti, balzi sulla sedia senza però respingerlo: offrirgli un’esperienza creativa e umana interessante è una qualità preziosa in uno scrittore. Edgar Allan Poe è uno di questi, capace di esplorare la paura e il terrore da molti diversi punti di vista, proponendovi un viaggio guidato ma senza vie d’uscita (ma con biglietto di ritorno) nel tunnel dello spavento letterario.

I Racconti (Tales) o anche Racconti dell’incubo e del terrore (alcune edizioni riportano i vari titoli separati in edizioni divise: Racconti dell’incubo, Racconti fantastici, Racconti del mistero e ancora Racconti del terrore), sono una delle prime tre edizioni originali dei racconti scritti da Edgar Allan Poe, pubblicata nel 1845. Si tratta di una raccolta contenente quasi tutti i racconti più gotici e di genere horror composti dall’autore, rivelandosi la più completa delle due precedenti.
Nel 1840 l’autore aveva già pubblicato la raccolta Racconti del grottesco e dell’arabesco, contenente storie riproposte in questa raccolta e novelle diverse che trattano anche di argomenti mistici e fantastici, ma sempre con la solita punta di misterioso e di inquietudine da parte dei personaggi. Al giorno d’oggi le Case editrici hanno usato quest’ultima edizione del 1845, aggiungendovi i racconti scritti da Poe tra il 1846 e il 1849 (data della sua prematura morte), intitolando spesso le pubblicazioni come: Tutti i racconti del mistero, dell’incubo e del terrore, che include anche la piccola sezione dei Racconti fantastici e quelli con protagonista Auguste Dupin, detective della novella I delitti della Rue Morgue.

Lista dei racconti di Edgar Allan Poe

Biografia di Edgar Allan Poe

E se guarderai a lungo nell'abisso anche l'abisso vorrà guardare in te.

E se guarderai a lungo nell’abisso anche l’abisso vorrà guardare in te.

Edgar Poe (questo il nome alla nascita) nasce a Boston (Massachussetts) nel 1809. E’ il secondo di tre figli di una coppia di attori girovaghi, David Poe ed Elizabeth Arnold, che moriranno entrambi di tubercolosi, a distanza di pochi mesi, quando lui aveva due anni. Il padre era anche alcolizzato e la madre morì a 24 anni in un albergo di quart’ordine di Richmond, l’Indian Queen Tavern, dove per ben due giorni nessuno s’era accorto dei pianti del piccolo Edgar ai piedi del letto. Questo fatto lo segnerà in maniera indelebile, poiché tutte le donne dei suoi racconti saranno malate, avranno il marchio della madre. Per tutta la vita inoltre Poe subirà attrazione e repulsione per il sangue.

Questa targa a Boston indica la posizione approssimativa in cui è nato Edgar Poe.

Questa targa a Boston indica la posizione approssimativa in cui è nato Edgar Poe.

Un’amica della madre, Frances K. Valentine, si prenderà cura del bambino, di sua sorella Rosalie e di suo fratello William, insieme al marito Allan, ricco mercante di tabacco e di schiavi di Richmond, di origine scozzese, di cui Poe prenderà il secondo cognome. La madre adottiva gli morì però quando era ancora fanciullo e il padre non lo adottò mai legalmente.

Nel 1815 si trasferì con gli Allan in Inghilterra dove frequentò le scuole fino al 1820. Da bambino rivelò una eccezionale memoria, ma l’ambiente del college non gli piaceva e, seppur capace, non diede mai risultati eccellenti. La sua inclinazione, a volte forse eccessiva, per le rime e le anafore, gli valse presso i contemporanei l’appellativo di jingle-man, coniato dal grande filosofo e poeta Ralph Waldo Emerson. La sua esagerata passione per musica e poesia forse fu causa di un violento squilibrio del sistema nervoso e della fragilità della sua esile fibra.

Nel 1821, a undici anni, tornò in America, dove compose le sue prime poesie. All’inizio del 1826 si iscrisse alla sezione di lingue antiche e moderne della Virginia University di Charlottesville ma ne viene espulso lo stesso anno per gli eccessi alcolici e i debiti di gioco.

S’invaghisce in quell’anno di Jane Stith Stannard, madre di un suo compagno di studi. Inconsolabile per la precoce morte della signora Stannard (le scoppiò un’arteria mentre cantava), dalle lettere si desume che per parecchi mesi si recò solo, di notte, anche sotto la pioggia, a piangere disperatamente sulla tomba di lei.

Compone rime a varie figure femminili (Elena, Leonora, Irene, Paeau), ma solo Sarah Elmira Royster esercita su di lui un fascino irresistibile: si amano con passione, ma il loro matrimonio viene ostacolato dal padre della fanciulla per vecchi rancori con il signor Allan, padre adottivo di Poe. Per lo sconforto causato dalla triste vicenda, che di nuovo gli sconvolge l’animo, compone la poesia Tamerlano.

Per Poe l’anno 1826 fu decisivo, perché abbandonò il padre adottivo, che non volle rispondere dei debiti di gioco in cui era precipitato durante la vita studentesca dissipata che aveva condotto all’Università della Virginia. Poe si trasferì così a Boston dove pubblicò, grazie all’aiuto della madre adottiva e in forma anonima, nel 1827, il suo primo libro di poesie Tamerlano e altre poesie (Tamerlane and other poems) che risentivano dell’impronta byroniana e che non gli diedero alcuna fama, anche se lo renderanno consapevole delle sue possibilità di scrittore. Nel 1834, prima di morire, il padre adottivo, non essendoci stata alcuna riconciliazione, lo diseredò completamente.

Non si conosce con esattezza la sua vita negli anni dal 1827 al 1832, anche se si ipotizza un suo soggiorno in Europa e un primo incontro a Baltimora con la cugina Virginia, presso una zia, Maria Clemm, che lo manterrà per tutta la vita.

Inseguendo forse un’immagine di se stesso di tipo romantico e forse deluso per l’insuccesso del libro di poesie, si arruola poi nell’esercito statunitense (I Reggimento d’artiglieria), raggiungendo il grado di sergente maggiore. Nel 1829, smobilitato il suo reggimento, tornò a Richmond per i funerali della signora Allan e qui viene convinto dal tutore ad entrare nella durissima Accademia militare di West Point, da dove però viene espulso otto mesi dopo per insubordinazione. Questo episodio determinerà la rottura definitiva con John Allan, che si era risposato e che lo cancellerà dalle sue deposizioni testamentarie del 1834, pur avendo ereditato 750.000 dollari.

Se ne va a New York, dove pubblica nel 1831, grazie all’aiuto economico dei cadetti di West Point, una terza raccolta di versi, che non ha alcun successo. Poi fa di nuovo ritorno a Baltimora, dalla zia Clemm, vincendo un premio di cento dollari, offerto dal giornale letterario “Saturday Visitor”, con il Manoscritto trovato in una bottiglia e con la poesia Il Colosseo. Intuisce che i racconti del brivido sono destinati ad avere una grande presa sul pubblico, incoraggiato in ciò dagli editori che vedono nella sua scrittura allucinata e macabra la possibilità di buoni guadagni.

Inizia così a scrivere racconti di horror per giornali di Baltimora, Richmond, New York e Filadelfia e nel 1835 pubblica i suoi primi cinque racconti anonimi sul “The Courier” (Metzengerstein, Il Duca dell’Omelette, Racconto di Gerusalemme, Una perdita decisa, L’affare perso) ed entra a far parte della redazione del “Southern Literary Messenger” di Richmond, ma, pur essendo subito promosso vice-direttore, continua a condurre una vita angosciosa ed oscura. Nel 1836 sposa in segreto, a 27 anni, la cugina Virginia Clemm, allora tredicenne (le nozze verranno ripetute l’anno dopo).

Nel 1838 pubblica a New York, senza successo, il suo unico romanzo Storia di Arthur Gordon Pym. Si tratta di uno dei libri più famosi di Poe, e tra i più rappresentativi della sua narrativa del terrore. L’anno seguente a Filadelfia pubblica il primo volume di racconti già apparsi su giornali e riviste, Racconti del grottesco e dell’arabesco.

In questo periodo Poe è condirettore del “Burton’s Gentleman Magazine” di Filadelfia, sul quale apparirà il più conosciuto dei suoi racconti: La caduta della casa degli Usher, ma anche altri riscuotono un grande successo: Morella, William Wilson, La cometa e La conversazione di Eiros e Charmion. Si afferma anche come critico letterario e polemista implacabile e, dopo la chiusura del “Gentleman’s Magazine”, poi riaperto col nome di “Graham’s Magazine”, ne diventa capo-redattore, portando il giornale, in brevissimo tempo, a una tiratura di 40.000 copie.

Nel 1841, per il “Gift” ed il “Graham’s Magazine”, scrive Eleonora e Autografia, Studi letterari e critici su scrittori contemporanei, Il ritratto ovale, La vita della morte, La maschera della morte rossa. Scrive inoltre I delitti della rue Morgue, considerato da molti il racconto capostipite del genere poliziesco. In esso compare per la prima volta il personaggio del detective criminologo Auguste Dupin, antesignano di quegli investigatori “deduttivi” che avranno in Sherlock Holmes ed Hercule Poirot i più celebri rappresentanti (anche alcuni grandi registi di Hollywood, p.es. A. Hitchcock, resteranno influenzati da lui). Le sue capacità di redattore erano tali che gli permettevano ogni volta che approdava ad un giornale di raddoppiarne o quadruplicarne le vendite.

Lo scarabeo d’oro (1843), che ottenne grande successo, e Il corvo e altre poesie (1845) e Il gatto nero (1843) gli diedero la celebrità. Occorre aggiungere che nonostante Poe sia universalmente conosciuto come scrittore di storie di mistero, di introspezione – spesso dolorosa – e di morte, fu anche autore di racconti satirici e spesso comici molti dei quali tesi ad una feroce critica di certa letteratura popolare del suo tempo. Per citarne solo alcuni: L’angelo del bizzarro, Come si scrive un articolo alla Blackwood, Racconto alla Blackwood di miss. Psiche Zenobia, Perché il francesino porta il braccio al collo, L’uomo d’affari, ed altri.

Nel 1842 pubblica Le terre di Arnheim, Il giardino nel paesaggio, Il pozzo ed il pendolo, Il mistero di Marie Roget, opere che gravitano intorno ad una visione della realtà e contemporaneamente dell’immaginario; odio, fascino e paura, entusiasmo e diffidenza verso una società dalla quale cerca di fuggire, in una prosa ricca di echi shakespeariani e metafisici.

Dopo aver rotto i rapporti col proprietario del “Graham’s Magazine”, a causa del suo alcolismo, cerca di dar vita a una rivista tutta sua, iniziando una raccolta di fondi: dapprima avrà nome “The Penn Magazine”, poi “The Stylus”. La moglie però si ammala gravemente e Poe, non in grado di farla curare adeguatamente, si dà al bere e al laudano.

Nel 1844 si trasferisce di nuovo a New York, dove l’anno seguente diventa prima redattore, poi proprietario del “Broadway Journal”, raggiungendo la tanto sospirata notorietà con la poesia Il corvo, che appare sulla rivista “The Evening Mirror”. Nello stesso anno esce un secondo volume di racconti, ma ben presto la reputazione raggiunta viene compromessa da accuse di plagio, che lo portano verso una profonda depressione nervosa, che, unita alle difficoltà economiche, lo inducono a cessare le pubblicazioni del suo giornale.

Trasferitosi nel 1846 nel cottage di Fordham, seriamente malato e in condizioni di povertà estrema (arrivarono al punto di dover vendere persino le coperte), continua a pubblicare articoli e racconti pur non ottenendo mai vera fama in patria; il suo nome invece comincia a farsi notare in Europa e soprattutto in Francia. In quell’anno la moglie, anch’essa ventiquattrenne come la madre, muore di tubercolosi, facendo sprofondare lo scrittore nella più cupa desolazione. Nonostante ciò vuole tenere il 3 febbraio del 1848 vuole tenere a New York una conferenza sulla “Cosmogonia dell’Universo”; nei mesi successivi ne rielabora il testo, che pubblica con il titolo Eureka. In questo “poema in prosa” Poe descrive un universo in evoluzione che anticipa alcuni importanti temi della cosmologia moderna.

Si mette poi a percorrere da un capo all’altro gli Stati Uniti, tenendo conferenze, spesso burrascose, accompagnate da letture di suoi versi. Nel 1849, dopo due anni di questi pellegrinaggi, che avevano anche risvolti sentimentali, in quanto cercava inutilmente di consolare la sua malinconia con le amicizie femminili, tra cui Frances Osgood, Catherina Poitiaux, Mary Richmond, Sarah Anna Lewis, la poetessa Sarah Helen Whitman ed il suo antico amore Elmira Shelton, ora vedova, si reca per l’ultima volta a Baltimora.

Le circostanze della sua morte rimangono non chiarite. Poe sembrava essersi ripreso dal suo stato di prostrazione dopo la morte della moglie, grazie ad un nuovo fidanzamento con la Shelton. Ma improvvisamente scompare da Richmond il 27 settembre 1849. Aveva lasciato la Shelton adducendo un incontro col suo editore Griswold e l’intenzione di andare a prendere la zia Maria Clemm, per portarla definitivamente con sé a Richmond. Ma nei sei giorni in cui fu misteriosamente assente, Poe non vide né Griswold né la Clemm.

Secondo una versione cadde vittima, in una taverna, di una banda specializzata per raccogliere voti alle elezioni: l’avevano fatto ubriacare per portarlo a votare ripetutamente lo stesso candidato. Il suo corpo venne trovato ai bordi di una strada il 3 ottobre 1849: la faccia era stravolta, non lavata, paonazza… Il 7 ottobre spirò, dopo undici ore di coma, in preda al delirium tremens. Poe non rimase mai lucido abbastanza per spiegare come si fosse trovato in tali gravi condizioni, né come mai indossasse vestiti che non erano i propri: l’unica parola che disse fu “Reynolds” (l’autore dell’Allocuzione sulla spedizione nei Mari del Sud, il testo cui si era ispirato per il suo romanzo Gordon Pym). Tutti i referti medici, compreso il suo certificato di morte, sono andati perduti. Fu sepolto a Baltimora (Maryland).

La tomba attuale presso il Westminster Burial Ground

La tomba attuale presso il Westminster Burial Ground


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Edgar Allan Poe è considerato tra le figure più importanti della letteratura americana, inventore del racconto poliziesco (detective story), del giallo psicologico (psychological thriller), del cosiddetto giallo ad enigma (dipendono da lui A. Conan Doyle, S. S. Van Dine, Rex Stout, Agatha Christie, George Simenon) e ha indirettamente contribuito alla formazione del giallo d’oriente, fondato dallo scrittore giapponese Hirai Taro (Edogawa Ranpo).

Poe è anche uno dei rappresentanti maggiori del romanzo gotico. Del movimento neogotico, infatti, eredita talune tematiche e suggestioni (il gusto per il mistero, l’orrido, l’angosciante, il noir violento), svincolandosi però dalle ambientazioni tipiche del gotico, e sviluppandone più gli aspetti psicologici, indagando fra le ossessioni e gli incubi personali; pertanto può anche essere considerato come un precursore del Decadentismo. Ha anticipato anche alcuni temi di fantascienza. I suoi saggi teorizzano l’importanza della cura formale, della necessaria brevità delle poesie e dell’effetto sublime che esse devono causare nel lettore. Elementi che furono in larga parte ripresi dal Decadentismo, dal Simbolismo e anche dal Surrealismo francese (Mallarmé e soprattutto Baudelaire tradussero le sue poesie).

Poe era affascinato anche dal mesmerismo, tant’è che scrisse dapprima una novella, Rivelazione mesmerica, in cui un soggetto mesmerizzato in punto di morte descrive la vita nell’aldilà, parlando del regno delle ombre. Poi, sullo stesso argomento, un racconto di poche pagine, La verità sul caso di Mr. Valdemar tradotto anche con il nome di Testimonianza sul caso del signor Valdemar.

Verne, Stevenson e Wilde dichiareranno di dover molto a Poe. D. H. Lawrence gli dedicò un brillante e introspettivo saggio critico. Debussy scrisse un dramma lirico tratto da La caduta della casa degli Usher. Roger Corman ha dedicato a Poe alcuni dei suoi film migliori, facendo la fortuna dell’attore Vincent Price (ma trent’anni prima altri attori avevano omaggiato Poe: da Bela Lugosi a Boris Karloff). Dario Argento mise in scena Il gatto nero, George A. Romero La verità sul caso di M. Valdemar e Antonio Margheriti, Danza macabra. Nella cinematografia il nome di Poe era una garanzia di sicuro successo, tanto che lo utilizzavano a volte a sproposito per invogliare il pubblico. Uno dei suoi più grandi estimatori fu Robert Bloch, cui si deve la storia che ispirò Psyco di Hitchcock.

Lo scrittore statunitense Stephen King ammise il suo debito nei confronti di Poe in taluni suoi importanti romanzi: L’ombra dello scorpione, Il talismano, Shining (dove Poe è esplicitamente citato) e Le notti di Salem.

Nettamente influenzato da Poe fu anche il gigantesco fenomeno delle riviste “pulp” nell’America degli anni Venti (basta leggersi le novelle di H. P. Lovercraft e di Cornell Woolrich per convincersene).

Più di recente hanno dichiarato di rifarsi a lui lo scrittore e regista Clive Barker, rivelazione inglese degli anni Ottanta.

Fonte: http://www.homolaicus.com/letteratura/poe.htm;

•it.wikipedia.org/wiki/Edgar_Allan_Poe

 

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