TERREMOTI.
Origine di un terremoto.
Il terremoto o sisma è uno scuotimento della crosta terrestre dovuto a un’improvvisa liberazione di energia. Questi fenomeni sono concentrati lungo i margini delle zolle, in particolare là dove due zolle entrano in collisione: circa il 90% dell’energia sismica liberata dai movimenti della crosta proviene proprio da queste aree. Infatti quando una zolla s’incunea sotto un’altra, la compressione produce un accumulo di energia e di tensione, come accadde quando si comprime sempre di più una molla. E come una molla scatta quando è compressa oltre il massimo della sua resistenza, allo stesso modo si origina un terremoto quando la compressione delle zolle supera il limite di resistenza delle rocce. Qualcosa di simile accadde anche lungo le cosiddette foglie trasformi, cioè là dove due zolle slittano l’una in direzione opposta all’altra, sfregando i loro margini di contatto: questo avviene ad esempio in California lungo la faglia di Sant’Andrea. Il punto di rottura della crosta terrestre dal quale inizia il movimento sismico si chiama ipocentro, mentre l’epicentro è la zona della superficie terrestre, perpendicolare all’ipocentro, nella quale il terremoto si manifesta nel modo più violento. Quando si origina un terremoto, dall’ipocentro partono delle gigantesche onde d’urto: le prime, le cosiddette onde primarie, salgono in superficie alla velocità di 6-8 km al secondo producendo un forte boato; subito dopo giungono le onde secondarie, più lente, che imprimono al suolo un moto sussultorio e ondulatorio; infine arrivano le onde di superficie, più deboli che fanno vibrare e oscillare trasversalmente il suolo. Come si studiano i terremoti. Lo strumento che registra le onde dei terremoti è il sismografo che è costituito da un pesante corpo metallico sospeso a una molla a sua volta connessa saldamente, tramite un supporto,al fondo roccioso: a ogni piccola oscillazione del terreno, il corpo metallico sospeso resta fermo, mentre la molla attaccata al supporto di roccia si tende o si contrae leggermente. La vibrazione viene registrata, mediante un pennino che, attaccato al corpo sospeso, scrive su di un foglio. Il tracciato così ottenuto è il cosiddetto sismogramma. L’energia liberata da un terremoto attraverso le onde sismiche, viene chiamata magnitudo e si misura con una scala numerica di valori, chiamata Scala Richter, che classifica i terremoti da 1 a 9. La Scala Mercalli invece, misura l’intensità del sisma in modo molto più soggettivo perché si basa sull’esame degli effetti prodotti in superficie, dei danni causati agli edifici, ecc.Il terremoto che devastò il Friuli il 6 maggio 1976 ebbe un’intensità di 6,5 gradi Richter. Previsione dei terremoti. Gli studi sismologici hanno fatto in questi ultimi anni dei progressi molto importanti. In certi paesi, come gli Stati Uniti e il Giappone, si realizzano importanti programmi di ricerca sismologia, diretta essenzialmente alla previsione dei terremoti. Se all’atto pratico la previsione esatta di un sisma è, allo stadio attuale della ricerca scientifica, ancora lontana, il rimedio più ragionevole e saggio contro i danni materiali ed umani dei terremoti è rappresentato dalla protezione attiva ovvero dall’uso di efficaci tecniche antisismiche di costruzione di edifici proprie dell’ingegneria sismica come ad esempio l’isolamento sismico: queste tecniche allo stadio attuale sono in grado di minimizzare i danni anche di terremoti estremamente potenti e sono diffusamente utilizzate in alcune delle aree più sismiche al mondo come il Giappone. Per individuare zone a significativo pericolo sismico e a conseguente rischio sismico si fa usualmente ricorso a studi di sismologia storica e paleosismologia e a tecniche di microzonazione sismica fornendo relative mappe di rischio, mentre per valutare gli effetti di un sisma si può ricorrere a tecniche di simulazione (vedi simulazione di terremoto).
La tettonica a placche (o a zolle)
Secondo il modello della tettonica delle placche il movimento delle placche è lento, costante e impercettibile (se non con strumenti appositi), ma modella e distorce le rocce sia in superficie che nel sottosuolo. Tuttavia in alcuni momenti e in alcune aree, a causa delle forze interne (pressioni, tensioni e attriti) tra le masse rocciose, tali modellamenti si arrestano e la superficie coinvolta accumula tensione ed energia per decine o centinaia di anni fino a che, al raggiungimento del carico di rottura, l’energia accumulata è sufficiente a superare le forze resistenti causando l’improvviso e repentino spostamento della massa rocciosa coinvolta. Tale movimento improvviso (che in pochi secondi rilascia energia accumulata per decine o centinaia di anni) genera così le onde sismiche e il terremoto associato.
In generale i terremoti sono causati da improvvisi movimenti di masse rocciose (più o meno grandi) all’interno della crosta terrestre.
La superficie terrestre è infatti in lento, ma costante movimento (vedi tettonica delle placche) e i terremoti si verificano quando la tensione risultante accumulata da stress meccanici eccede la capacità o resistenza del materiale roccioso di sopportarla cioè supera il cosiddetto carico di rottura.
Tipi di faglie
I terremoti si verificano su fratture o spaccature della crosta terrestre note come faglie sismiche laddove cioè si accumula lo stress meccanico indotto dai movimenti tettonici. I confini tra placche tettoniche non sono infatti definiti da una semplice rottura o discontinuità, ma questa spesso si manifesta attraverso un sistema di più fratture, spesso indipendenti tra loro ed anche parallele per alcuni tratti, che rappresentano appunto le faglie. Esistono diversi tipi di faglie suddivise a seconda del movimento relativo delle porzioni tettoniche adiacenti alla frattura stessa e dell’angolo del piano di faglia. Il processo di formazione e sviluppo della faglia nonché dei terremoti stessi è noto come fagliazione e può essere studiato attraverso tecniche di analisi proprie della meccanica della frattura.
L’intensità di un sisma dipende dalla quantità di energia accumulata nel punto di rottura che dipende a sua volta in generale dal tipo di rocce coinvolte nel processo di accumulo cioè dal loro carico di rottura, dal tipo di sollecitazione o stress interno e dal tipo di faglia.
Tipi di onde sismiche
Onde di compressione o longitudinali (P)
Le onde longitudinali fanno oscillare le particelle della roccia nella stessa direzione di propagazione dell’onda. Esse generano quindi “compressioni” e “rarefazioni” successive nel materiale in cui si propagano. La velocità di propagazione dipende dalle caratteristiche elastiche del materiale e dalla sua densità, In genere però viaggiano a una velocità compresa tra i 4–8 km/s. Poiché le onde P si propagano più rapidamente, sono anche le prime (P = Primarie) a raggiungere i sismometri, e quindi ad essere registrate dai sismografi. Queste onde sismiche attraversano longitudinalmente tutti i tipi di materia: solidi, liquidi e gas.
Onde di taglio o trasversali (S)
Le onde S, ovvero onde “secondarie”, si propagano solo nei solidi perpendicolarmente alla loro direzione di propagazione (onde di taglio). Esse sono più lente delle onde P, viaggiando nella crosta terrestre con una velocità fra 2–4 km/s. Le onde S non possono propagarsi attraverso i fluidi e i gas perché questi non oppongono resistenza al taglio. A differenza delle onde P le onde S non causano variazioni di volume.
Onde superficiali (R e L)
Le onde superficiali, a differenza di ciò che si potrebbe pensare, non si manifestano nell’epicentro, ma solo ad una certa distanza da questo. Tali onde sono il frutto del combinarsi delle onde P e delle onde S, e sono perciò molto complesse. Le onde superficiali sono quelle che provocano i maggiori danni.
Le onde di Rayleigh, dette anche onde R, muovono le particelle secondo orbite ellittiche in un piano verticale lungo la direzione di propagazione, come avviene per le onde in acqua.
Le onde di Love, dette anche onde L, muovono invece le particelle trasversalmente alla direzione di propagazione (come le onde S), ma solo sul piano orizzontale.
Tutte le onde sismiche sono soggette ad attenuazione con la distanza in funzione delle caratteristiche del mezzo di propagazione.
Rilevazione e misurazione
Le onde sismiche sono rilevabili e misurabili attraverso particolari strumenti detti sismografi usati comunemente dai sismologi e visualizzabili su sismogrammi; l’elaborazione incrociata dei dati di più sismografi sparsi su un territorio ad una certa distanza dal sisma consente di stimare in maniera abbastanza accurata l’epicentro, l’ipocentro e l’intensità del sisma; quest’ultima può essere valutata attraverso le cosiddette scale sismiche, principalmente la Scala Richter, la Scala Mercalli e la Scala di magnitudo del momento sismico.
Lo spostamento tettonico della crosta terrestre nelle 3 coordinate spaziali in seguito a un forte terremoto può essere misurato accuratamente attraverso tecniche di telerilevamento quali le rilevazioni geodetiche e l’interferometria radar-satellitare tramite SAR nell’intera area colpita a partire dall’epicentro.
Effetti e danni
I terremoti sono gli eventi naturali di gran lunga più potenti sulla terra; i sismi possono rilasciare in pochi secondi un’energia superiore a migliaia di bombe atomiche, solitamente misurata in termini di momento sismico. A tal riguardo basti pensare che un terremoto riesce a spostare in pochi secondi volumi di roccia di centinaia di chilometri cubi.
In conseguenza di ciò i terremoti possono causare gravi distruzioni e alte perdite di vite umane attraverso una serie di agenti distruttivi, il principale dei quali è il movimento violento del terreno con conseguente sollecitazione delle strutture edilizie in posa (edifici, ponti ecc.), accompagnato eventualmente anche da altri effetti secondari quali inondazioni (ad esempio cedimento di dighe), cedimenti del terreno (frane, smottamenti o liquefazione), incendi o fuoriuscite di materiali pericolosi; se il sisma avviene sotto la superficie oceanica o marina o nei pressi della linea costiera può generare maremoti o tsunami. In ogni terremoto uno o più di questi agenti possono dunque concorrere a causare ulteriori gravi danni e vittime.
I terremoti più forti, come quello del Giappone dell’11 Marzo 2011 (terremoto del Tōhoku del 2011), possono spostare di alcuni centimetri il Polo Nord Geografico(questo ad esempio lo ha spostato di circa 10 cm) a causa dell’elasticità della crosta terrestre. A livello locale gli effetti di un sisma possono variare anche sensibilmente in conseguenza dei cosiddetti effetti di sito.
Il singolo evento che ha fatto registrare più vittime negli ultimi mille anni è il terremoto dello Shaanxi (Cina) del 1556, di magnitudo 8,3, a causa del quale morirono 830.000 persone[2]. Quello a più alta magnitudo, invece, è il Terremoto di Valdivia (Cile) del 1960, che raggiunse 9,5.

Classificazione sismica nel 2014
Terremoti in Italia
Per la situazione geodinamica il territorio italiano è frequentemente soggetto a terremoti dandogli il primato in Europa per questi fenomeni: su 1 300 sismi distruttivi avvenuti nel II millennio nel Mediterraneo centrale ben 500 hanno interessato l’Italia, l’analisi dei movimenti focali indicano che essi sono per lo più distribuiti lungo le aree interessate dalla tettonica alpina e appenninica, dove sono causati rispettivamente da movimenti lungo faglie.
Paura dei terremoti
Le calamità sono eventi che travalicano l’ambito dell’esperienza
umana normale e che, dal punto di vista psicologico, sono abbastanza
traumatici da indurre stress in chiunque.
È facile immaginare che essere travolti da un evento di questo tipo
sia un’esperienza che mette a durissima prova le nostre capacità di
adattamento e la nostra salute psicologica.
Le reazioni di stress vengono considerate una reazione normale a
eventi non normali (terremoti).
Rischi: sono legati all’insorgere di patologie gravi, conseguenti alla
cronicizzazione della paura, che diventa angoscia quando l’evento
sismico non si esaurisce in tempi brevi, ma si protrae molto nel
tempo (sciame sismico).
Benché le reazioni di stress possano apparire estreme e possano provocare
sofferenza, generalmente non diventano problemi cronici. La maggioranza delle
persone si riprende pienamente da una reazione di stress di intensità moderata
in un arco di tempo compreso fra 6 e 16 mesi.
Quali emozioni innesca il terremoto?
Paura o attacco di panico
Il terremoto produce nelle persone uno choc emozionale intenso: il nostro scopo è
quello di esplorare il mondo delle emozioni, per essere in grado di fronteggiarle in
situazioni di emergenza.
Per definire il panico è necessario:
§ Conoscere le emozioni che sono parte integrante dell’intero processo
psicologico, che ne è alla base;
§ Individuare gli elementi, i sintomi gli effetti ed i meccanismi psicologici e
fisiologici che, partendo dalla paura reale, conducono all’attacco di panico,
attraverso vari i stati dell’ansia e dell’angoscia; fino ad arrivare a patologie
gravi come le fobie.
PAURA
La paura è la risposta emotiva ad una
minaccia o ad un pericolo ben
riconoscibili e di solito esterni.
È caratterizzata dal riconoscimento del
pericolo presente e dal sufficiente
accordo con lo stimolo.
Le cause della paura sono extrapsichiche,
cioè esterne e facilmente individuabili.
ANSIA
Apprensione o spiacevole tensione data
dall’intimo presagio di un pericolo
imminente e di origine in gran parte
sconosciuta.
Ciò che si prova è sproporzionato a qualsiasi
stimolo noto, alla minaccia o al pericolo
che ci sovrasta.
Le cause dell’ansia sono intrapsichiche.
Una sequenza di scosse sismiche che continua per giorni o settimane può essere stressante a livello fisico e psicologico. Ad ogni scossa sismica abbiamo una repentina risposta automatica di allarme chiamata “lotta o fuga” caratterizzata da cambiamenti corporei (es., accelerazione battito cardiaco) ed emozioni di paura.
Le persone stanno facendo fronte a questo periodo di sciame sismico in modo diverso: alcune sono calme o indifferenti, altre moderatamente tese e preoccupate, altre mostrano un ‟ansia molto intensa. Eccoti una serie di reazioni comuni che potresti aver vissuto o che forse stai vivendo tuttora:
“Non riesco a dormire”
“Ho gli incubi”
“Sono sempre allerta, teso, come sul filo del rasoio”
“Ho come la sensazione che le scosse non finiscano mai”
“Non ne posso più di queste scosse”
“Mi sento impotente, sfinito”
“Penso che ogni vibrazione sia una scossa di terremoto”
“Mi sono venuti in mente ricordi di terremoti passati”
“Mi ritorna in mente il boato del terremoto”
“Ho paura che venga una scossa ancora più forte”
“In casa mi sento insicuro”
“Mi sento come travolto dagli eventi, in preda al panico”
“Ho la nausea, ho lo stomaco chiuso, non ho fame”
“Ho il tremore alle gambe”
“Mi gira la testa, come se stessi per cadere”
“Mi viene da piangere”
“Ho difficoltà a concentrarmi”.
Tutte queste sono reazioni legittime e comprensibili. Ogni persona ha le sue strategie per fronteggiare questa situazione inconsueta e minacciosa. Esistono semplici accorgimenti che ti possono aiutare a gestire la paura e lo stress di questo periodo. Alcune di queste indicazioni ti sembreranno difficili da attuare specie adesso, altre ti sembreranno scontate. Valuta quale può essere la più congeniale per te. Racconta la tua esperienza. Racconta cosa pensi e cosa senti alle persone vicino a te, potresti scoprire che molte reazioni sono più comuni di quello che pensi. Scrivi quello che stai vivendo su un foglio o condividilo su un social network.Ti aiuterà a capire ciò che stai provando e renderà queste sensazioni più sopportabili. Ricerca informazioni accurate sul terremoto. Dopo un terremoto, possono diffondersi voci infondate sul terremoto, sulle cause e sulle future scosse. Purtroppo non è possibile prevedere il momento e l‟intensità di una scossa futura. Fidati solo delle fonti ufficiali come la Protezione Civile, l‟Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia o le autorità locali. Documentati su cosa puoi fare in caso di terremoto per ridurre il rischio di essere ferito. Ma evita gli eccessi: se passi tutto il tempo leggendo o cercando le notizie riguardo al terremoto su giornali, TV o Internet, potresti non riuscire a “staccare mail a spina” e aumenteresti così soltanto l‟ansia e le preoccupazioni.
Pensa agli aspetti che danno speranza in questa situazione tragica. Anche se è difficile, cerca di vedere gli sforzi che le persone stanno realizzando in questo momento per intervenire nella situazione. Nei paesi colpiti dal terremoto, molte persone non si sono arrese ma hanno voglia di ricostruire e andare avanti. Una donna ha detto che le persone del suo paese “hanno la scorza dura”. Uno striscione è stato appeso con la scritta “barcolliamo ma non crolliamo”.
Mantieni le tue abitudini. Cerca di mantenere le routine che per te sono importanti come i pasti, gli orari del sonno e della sveglia, i tempi per i compiti e per lo svago.
Dedicati ad attività piacevoli. Cerca di distrarti durante il tuo tempo libero. Trova il tempo di fare un’ attività che ti fa stare bene: leggere un libro, portare a spasso il cane, passare un po’ di tempo con gli amici o i familiari.
Fai attività fisica. L‟esercizio fisico è in grado di alleviare l‟ansia e la depressione, migliorando l‟umore. Se le strutture sportive sono danneggiate o hai paura a stare al coperto, ci sono molte possibilità per fare attività fisica all‟aperto. Esci per una camminata o fai un giro in bicicletta. Scegli l‟attività che più ti è congeniale e goditela.
Prova qualche esercizio di rilassamento. Quando stai riposando o ti stai addormentando, puoi cercare di respirare profondamente. Inspira lentamente, pensa a colori o immagini che ti calmano, ascolta musica rilassante, pronuncia mentalmente frasi come„ il mio corpo si sta riempiendo di calma ‟o, il mio corpo si sta svuotando di tensione‟.
Dedicati ad attività di aiuto agli altri. Aiutare le persone del tuo paese e della tua comunità può aumentare la sensazione di controllo su quello che ti sta accadendo. Una mano tesa può fare la differenza per gli altri e per te.
Cerca l’aiuto degli altri. Resisti alla tentazione di isolarti. Alcune persone non chiedono aiuto agli altri perché pensano “che si diventi un peso o che le persone non ti capiscano”. Chiedere aiuto non significa essere deboli ma significa comprendere i propri bisogni. Rivolgiti a uno psicologo o un medico nei casi in cui lo stress stia interferendo con la tua qualità di vita e se ti sembra che le paure e le ansie stiano peggiorando.
Alcuni consigli su come cercare di dormire meglio I problemi di sonno (difficoltà ad addormentarsi, sveglie improvvise e frequenti) sono un problema comune durante uno sciame sismico. Per aumentare la qualità del riposo:
-Cerca di andare a dormire e svegliarti regolarmente alla stessa ora-Riduci o elimina il consumo di alcool
-Elimina il consumo di caffeina (caffè, coca-cola, tè, cioccolato); è meglio bere acqua, succhi di frutta e tisane
-Fai esercizio fisico durante il giorno evitando di farlo la sera
-Rilassati con attività che aiutano a calmarsi (es., farsi un bagno caldo) ed evita di stare al pc prima di mettersi a letto
-Non fare sonnellini pomeridiani lunghi più di 15‟ e non dopo metà pomeriggio
-Se non riesci a dormire, è preferibile non rimanere a letto, ma alzarsi e dedicarsi ad attività rilassanti (es., lettura di un libro, guardare la tv)
-Informati dal tuo medico rispetto a vantaggi e svantaggi delle “pillole per dormire”.