castello di Poppi

castello di Poppi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I primi documenti che attestano la presenza del sito fortificato di Poppi risalgono al 1191, ma si ritiene che sia stato edificato tra il IX e il X secolo in seguito alla disgregazione dell’Impero Carolingio.

Fin dalle sue origini la storia del Castello è strettamente legata a quella della più grande famiglia feudale del Casentino che mise Poppi al centro delle sue grandi proprietà e abitò questo maniero per quasi quattrocento anni: i Conti Guidi.

Una curiosità che impreziosisce la storia del Castello è legata a Dante Alighieri, il quale vi soggiornò negli anni tra il 1307 e il 1311, e tradizione vuole che proprio a Poppi il sommo poeta abbia composto il XXXIII canto dell’Inferno della sua “Commedia”.

Lo stesso Dante Alighieri prese parte alla celeberrima battaglia di Campaldino, combattuta tra Guelfi e Ghibellini poco distante dal Castello dei Conti Guidi.

Poppi - la torre

Poppi – la torre

 

 

 

 

 

 

 

 

Oltre il Pratello, luogo di tornei cavallereschi, vi sono i resti di una remotissima costruzione, più antica dello stesso castello.

Questi ruderi sono detti “Torre dei Diavoli” a causa di una leggenda.

Qui all’interno del Castello dei Poppi si trova la cosiddetta Torre del Diavolo, il cui solo nome basta a metterci sul giusto avviso per quanto riguarda gli incontri fortuiti che potremmo fare al suo interno. La sua fama sinistra è legata al fantasma di Matelda, affettuosamente chiamata anche Telda. Secondo la leggenda, la signora fu una vera e propria mangiauomini: andata in sposa molto giovane ad un uomo decisamente più anziano di lei, per volere della potente famiglia d’origine che voleva allearsi con un’altra ancora più importante, la bella Matelda approfittava delle frequenti assenze del marito per darsi alla passione. Dopo ogni notte d’amore, però, il malcapitato veniva giustiziato dalla signora, ansiosa di mettere a tacere in modo definitivo qualunque voce potesse minare la sua immacolata reputazione; li uccideva buttandoli in un pozzo armato di lame taglienti perché non raccontassero l’avventura con la castellana. Quando però i più bei giovani dei dintorni iniziarono a sparire misteriosamente uno dopo l’altro, i sospetti vennero rivolti contro la bella Matelda. Il popolo insorse, assediò il castello e Matelda venne murata viva all’interno della torre e lasciata morire di fame. Come ogni buona leggenda che trae origine da un fatto di sangue, pare che la nobildonna, non contenta della sua fine, ancora vaghi nei dintorni in cerca di vendetta..oppure di uomini da ammaliare.

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