Pietro Paolo Mennea è stato un atleta, politico e saggista italiano. Campione olimpico dei 200 metri piani a Mosca 1980, è stato primatista mondiale della specialità dal 1979 al 1996 con il tempo di 19″72 che, tuttora, costituisce il record europeo.
Conosciuto con il soprannome la Freccia del Sud, è l’unico duecentista della storia che si sia qualificato per quattro finali olimpiche consecutive (dal 1972 al 1984). Fu insignito dell’ordine olimpico e membro della Hall of Fame della FIDAL.
Laureatosi quattro volte, dopo la carriera atletica svolse attività politica e scrisse molti saggi di vari argomenti; esercitò le professioni di avvocato e commercialista.
Pietro Paolo Mennea era nato a Barletta il 28 giugno del 1952. I suoi primi anni di vita sono da subito caratterizzati da un profondo amore per lo sport e per la corsa in particolare. Nacque in una modesta famiglia di Barletta. Il padre era sarto e la mamma casalinga; aveva tre fratelli e una sorella. Frequenta infatti un istituto tecnico ma poi prosegue i suoi studi all’ISEF, mentre in competizioni di tipo amatoriale dimostra già le sue spiccate doti di velocista.
Si laureò a Bari una prima volta in scienze politiche, su consiglio di Aldo Moro, allora ministro degli Esteri. Conseguì poi anche le lauree in giurisprudenza, scienze motorie e sportive e lettere. Era sposato con Manuela Olivieri, avvocatessa, ma non ebbe figli.
La carriera sportiva
Tesserato per l’AVIS Barletta, iniziò l’attività agonistica nelle competizioni nazionali nel 1968 quando prese parte ad alcune gare giovanili a Termoli.Trasferitosi a Formia, dove era allenato dal marchigiano Carlo Vittori, Mennea iniziò la sua lunga carriera atletica internazionale nel 1971 con la partecipazione ai Campionati europei, dove ottiene un terzo posto nella staffetta 4×100 metri. Prosegue poi nel 1972 quando ottiene un altro terzo posto ai Giochi olimpici estivi di Monaco di Baviera nei 200 metri piani, competizione che diventerà la sua specialità.
Vince poi un primo oro nei 200 m nei Campionati europei del 1974 di Roma, seguito da un altro oro nel corso degli Europei del 1978, questa volta però gareggiando nei 400 m piani. Nel 1979, poi, studente universitario, partecipa alle Universiadi di Città del Messico, dove riesce a vincere nei 200 m piani e a stabilire quel record del mondo che deterrà fino al 1996, completando il percorso in 19”72. Nelle Olimpiadi di Mosca del 1980 riesce alla fine ad aggiudicarsi un ulteriore oro nei 100 m piani e un bronzo nella staffetta dei 4×400 m piani.
Mennea, soprannominato la Freccia del Sud, nel 1981 annunciò il suo ritiro concedendosi più tempo per lo studio. Successivamente ritornò sui suoi passi e l’anno dopo prese parte agli europei gareggiando però solo nella 4×100 in cui arrivò quarto.
Il 22 marzo 1983 stabilì il primato mondiale (manuale) dei 150 metri piani, con 14″8 sulla pista dello stadio di Cassino: questo primato è ancora imbattuto, perché il tempo di 14″35 stabilito il 17 maggio 2009 da Usain Bolt a Manchester non è stato omologato dalla IAAF in quanto stabilito su pista rettilinea. Pietro Mennea ha conquistato un altro bronzo nei 200 m ai Mondiali di Helsinki del 1983. Nel 1984 ha partecipato infine per la quarta volta consecutiva alle finali delle Olimpiadi, terminando al settimo posto sempre per i 200 m. La sua ultima partecipazione olimpica risale al 1988, nel corso delle Olimpiadi di Seul. In quest’edizione dei Giochi fu alfiere portabandiera della squadra azzurra durante la cerimonia d’apertura.
In un’intervista al quotidiano italiano La Repubblica del 1987, ha detto che nel 1984, durante le Olimpiadi estive di Los Angeles 1984, un fisioterapista americano, il professor Kerr, gli propose un trattamento di doping. Tornato in Italia ha provato due iniezioni di ormone della crescita umana (somatropina), ma la crisi di coscienza che ne scaturì fu così importante che lo indusse a ritirarsi dall’attività: «Ho capito che nella mia vita stavo cercando tutto tranne che quello». Anche se l’uso di tale sostanza è vietato nelle competizioni odierne, non lo era all’epoca per i regolamenti della IAAF.
Dal punto di vista tecnico Mennea (come in seguito Carl Lewis) aveva una partenza dai blocchi relativamente lenta ma progressivamente accelerava riuscendo a raggiungere velocità di punta superiori a qualunque atleta. Questa partenza lenta ha relativamente penalizzato le sue prestazioni sui 100 metri (dove comunque ha primeggiato a livello europeo), mentre le gare sui 200 si concludevano spesso con rimonte ai limiti del prodigioso (come la finale delle olimpiadi di Mosca). Sempre grazie alla sua eccezionale velocità di punta le ultime frazioni e le relative rimonte di Mennea nella 4×100 (nelle quali partiva lanciato) erano impressionanti per la superiorità sugli altri atleti.
La carriera professionale
Dopo il ritiro ufficiale dal mondo delle competizioni sportive Pietro Mennea ha conseguito, oltre la laurea in Scienze Politiche, anche quella in Giurisprudenza, in Scienze dell’Educazione Motoria e in Lettere.
Negli anni successivi ha cominciato ad esercitare la professione di avvocato a Roma, ma ha ricoperto anche il ruolo di curatore fallimentare e quello di commercialista.
Dal 1999 al 2004 è poi stato deputato presso il Parlamento Europeo, carica che nel 2000 lo ha portato ad affrontare una serie di polemiche nate dal conflitto riscontrato tra l’incarico pubblico da lui ricoperto e quello privato che sarebbe stato idoneo ad assumere presso l’Università degli Studi dell’Aquila, dove aveva vinto il concorso per una cattedra di professore a contratto. La questione si è risolta però con una rinuncia.
Alla sua parabola professionale non manca, tuttavia, neanche l’esperienza dell’insegnamento universitario: negli anni passati ha lavorato come docente a contratto di Legislazione europea delle attività motorie e sportive presso la Facoltà di Scienze dell’Educazione Motoria dell’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara.
Pietro Mennea era infine anche un uomo impegnato nel sociale: dal 2006 aveva fondato, insieme alla moglie, una onlus chiamata ”Fondazione Pietro Mennea” il cui scopo principale era quello di finanziare progetti di assistenza sociale in diversi ambiti, ma anche quello di diffondere i valori della cultura sportiva e di promuovere la lotta al doping.
Mennea nella cultura di massa
La popolarità di Mennea in Italia negli anni 1976-1978 era tale che venne citato in ben quattro film dell’epoca: Brutti, sporchi e cattivi (1976), Febbre da cavallo (1976), I padroni della città (1976) e Travolto dagli affetti familiari (1978).
Nel brano di Samuele Bersani del 2002 Che vita! Pietro Mennea è citato insieme a Sara Simeoni in due versi del ritornello:
« Che vita! Pietro Mennea e Sara Simeoni son rivali alle elezioni. » |
(Samuele Bersani, Che vita!) |
Nel marzo del 2012 la città di Londra, nell’ambito delle iniziative connesse ai Giochi olimpici di Londra 2012, dedica all’ex atleta barlettano una stazione della metropolitana cittadina (High Street Kensington).[15] Il 21 marzo 2013, nello stesso giorno della sua scomparsa, le Ferrovie dello Stato hanno deciso di intitolare a lui il primo treno Frecciarossa ETR-1000 che entrerà in funzione nel giugno 2015 e sarà in grado di raggiungere i 400 km/h.
Inoltre, in occasione dei Mondiali di atletica dello stesso anno, tutti gli atleti azzurri hanno indossato divise di gara con stampato il cognome del velocista barlettano.
Dall’anno 2013, ogni 12 settembre, il mondo dell’atletica leggera italiana celebra il Pietro Mennea Day: una giornata in ricordo del record del mondo sui 200 metri piani del 1979. La FIDAL, attraverso i suoi comitati provinciali, organizza gare di 200 metri su tutto il territorio italiano aperte anche ai non tesserati alla federazione e destina il ricavato delle iscrizioni alla Fondazione Pietro Mennea Onlus.
La Rai ha dedicato a Pietro Mennea una miniserie televisiva in due puntate intitolata Pietro Mennea – La freccia del Sud, diretta da Ricky Tognazzi, con Michele Riondino e Luca Barbareschi, andata in onda il 29 e 30 marzo 2015.
Mennea muore a Roma il 21 marzo 2013.
Luogo morte | Roma |
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Data morte | 21 marzo 2013 |
Fonti: www.thegoodmorning.com, it.wikipedia.org.