Il Vecchio Campo di Concentramento
A Casandrino, più precisamente in una zona al confine tra Casandrino e Grumo Nevano, vi è un palazzo abbastanza grande, oggi disabitato, ma fino a qualche anno fa regolarmente occupato e con la presenza, a pian terreno, di diverse attività commerciali andate poi in fallimento. Chiunque vi andasse ad abitare, non durava più di qualche mese.
Si racconta che questo palazzo sia stato costruito su un vecchio campo di concentramento, dove deportavano in particolare donne e bambini. E infatti tutte le persone che vi hanno abitato, anche se per un periodo molto breve, raccontano, ancora spaventate, di aver udito urla, pianti di bambini, ma anche porte che si aprivano e si chiudevano da sole, cigolii, rumori strani, rubinetti dell’acqua che si aprivano senza essere mossi da alcuno.
Bastavano tali fenomeni a far fuggire a gambe levate gli inquilini del palazzo, affittuari o proprietari che fossero. Il palazzo di fatto è attualmente ancora disabitato e i negozi a pian terreno, a causa dello scarso successo conseguito, erano costretti dopo un po’ già a chiudere. Non risulta che siano state più aperte da quelle parti altre attività commerciali.
Qualcuno del vicinato racconta di aver persino visto passare, di notte, una carrozza, trainata da cavalli, in cui vi era una sposa che piangeva. Si ritiene possa trattarsi del fantasma di una giovane sposa, morta nel campo di concentramento sul quale fu poi costruito il palazzo, il cui infame destino le impedì quel matrimonio al quale sarebbe dovuta giungere appena pochi giorni dopo la sua cattura.