The Blair Witch Project

The Blair Witch Project

 

The Blair Witch Project – Il mistero della strega di Blair è un film del 1999 diretto da Daniel Myrick ed Eduardo Sanchez.

Realizzato da una coppia di registi/autori esordienti, il film si colloca a metà strada tra il genere documentaristico e l’horror, pur essendo un prodotto autoriale che sfugge ad una classificazione semplicistica. Preceduto da un’originale campagna pubblicitaria il film ha ottenuto molti consensi di pubblico e critica, nonché numerosi riconoscimenti, tra cui il “Premio Giovani” per il miglior film straniero al Festival di Cannes 1999, nonché una menzione speciale al Festival di Sitges del medesimo anno.

Le riprese del film si svolsero nell’ottobre 1997.

Nel 2000, visto il notevole successo al botteghino, la casa che detiene i diritti, la Haxan Films, ha prodotto un seguito, Il libro segreto delle streghe: Blair Witch 2, nel quale, però, non sono stati coinvolti gli autori del primo episodio.

I tre attori principali, tutti pressoché esordienti all’epoca delle riprese, interpretano i ruoli di se stessi.

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« Ho paura di chiudere gli occhi… e ho paura di aprirli. »
(Heather)

Il colpo di genio, quello che fa parlare del mistero della strega di Blair a più di un decennio dalla sua uscita in sala, sta nell’operazione di marketing congegnata per il lancio di un film low budget e straindipendente. Un evento mediatico partito dalla rete, con il lancio di un sito internet che racconta nei dettagli il caso dei tre ragazzi scomparsi, presentandolo come un fatto spaventosamente reale. Il passaparola generato online e il successivo battage pubblicitario hanno fatto il resto, portando un film costato 60 mila dollari a incassarne 240 milioni nel mondo. Un fenomeno simile, però, può riuscire soltanto una volta. Non a caso, l’interesse intorno alla saga della strega di Blair si è esaurito già alla seconda puntata (BW2 – Il libro segreto delle streghe). Della terza, solo progettata, non è rimasta neppure l’ombra e dei due furbi e corteggiati registi non si è più sentito parlare. Ma come si suol dire: “mai dire mai…” ed ecco che esce come il cacio dai maccheroni il nuovo sequel datato 2016:  17 anni fa fu un vero caso. Due registi esordienti, Daniel Myrick e Eduardo Sanchez, realizzano un film low budget, tra documentario ed horror, dal titolo ‘The Blair Witch Project – Il mistero della strega di Blair’, ottenendo un successo immediato: 250 milioni di dollari e il Premio Giovani come miglior film straniero al Festival di Cannes nel 1999. Ora la Strega di Blair, e i suoi misteri, tornano in sala dal 21 settembre 2016 con Eagle Pictures con ‘Blair Witch’, sequel diretto da Adam Wingard. E il trailer, molto piu’ articolato ed esplicito di quello originale, registra oltre 3 milioni di visualizzazioni in 48 ore.

Se il film del 1999 raccontava il ritrovamento di alcuni nastri audiovisivi di tre ragazzi, studenti di cinema, che nell’ottobre 1994 erano scomparsi misteriosamente nei boschi vicini al villaggio di Burkittsville (anticamente chiamato Blair), nella contea di Frederyk, nel Maryland (Usa), questo sequel mette ancora in campo un gruppo di giovani. Esattamente universitari che tornano in quella stessa foresta per capire il mistero della sparizione della sorella di James Donahue, Heather, avvenuta 17 anni prima. Il gruppo e’ inizialmente ottimista, soprattutto quando alcuni abitanti del posto si offrono di guidarli nella foresta. Ma e’ solo l’inizio. Nel corso di una notte infinita, pero’, i ragazzi cominciano a sentire intorno a loro una presenza sinistra e lentamente si rendono conto che la leggenda e’ molto piu’ reale e inquietante di quanto potessero immaginare. Nel trailer, le scene di un fatiscente locale sotterraneo, che ricorda molto quello della serie tv ‘Lost’, e la paura di qualcosa che accade tra la scura vegetazione. Molti hanno visto nel trailer una sorta di reboot della saga. E questo per la riproposizione degli stessi ambienti del primo film, per le inquadrature fotocopia e personaggi che pronunciano le stesse battute.

‘Blair Witch’, diretto da Adam Wingard, regista di ‘You’re Next’ ha nel cast, James Allen McCune (Shameless), Callie Hernandez (Dal tramonto all’alba – La serie), Brandon Scott, Valorie Curry, Corbin Reid e Wes Robinson. Una curiosita’, ‘The Blair Witch Project – Il mistero della strega di Blair’ era costato nel 1999 solo 60.000 dollari e ne ha poi incassati, per la precisione, 248.639.099. (fonte ANSA).

La locandina di 'Blair Witch' 2016

La locandina di ‘Blair Witch’ 2016

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

TRAMA

Ottobre 1994. Heather Donahue, Joshua Leonard e Michael Williams, tre studenti dell’Università di Cinema di Montgomery, si avventurano nei boschi attorno alla cittadina di Burkittsville (in passato chiamata Blair), nel Maryland, per girare un documentario sulla leggenda della strega di Blair. Armati di telecamera sedici millimetri in bianco e nero, destinata al racconto della storia, e di una piccola videocamera otto millimetri a colori, per le riprese di una sorta di backstage, i tre si mettono al lavoro, spinti dall’entusiasmo della ragazza, decisa a girare il suo primo film. Il soggetto è succulento: Elly Kedward, accusata di stregoneria, viene cacciata dalla città di Blair alla fine del 1700. Dopo la sua fuga nei boschi, molti ragazzini scompaiono in quelle stesse foreste e, negli anni ’40, un serial killer uccide sette bambini e sostiene di averlo fatto su ordine del fantasma della strega. Dopo aver intervistato alcuni abitanti della cittadina, i tre aspiranti filmmakers si spingono nel bosco alla ricerca della chiave del mistero. Ma ben presto si perdono, pedinati da un’oscura e terrificante presenza.
Prima ancora che il film inizi, siamo avvisati della scomparsa nei boschi dei tre ragazzi protagonisti. Un caso rimasto insoluto. Le uniche tracce lasciate dai tre sono contenute nel materiale audiovisivo da loro girato. Il film che segue è il frutto di un semplice montaggio in ordine cronologico di questo materiale ritrovato: il diario di viaggio di tre giovani, prima eccitati, poi sempre più spaventati. La tensione sale progressivamente, sino al climax finale.  Ma il film sta tutto qui: nello stato emotivo ansiogeno dei protagonisti persi nel bosco, accentuato solo da qualche sinistro rumore in fuori campo. Se lo spettatore sta al gioco e si lascia coinvolgere, l’angoscia assale anche lui. Altrimenti l’involontario effetto del ridicolo è dietro ogni angolo e sequenza, in questo film che non è un film, dato che non c’è un’azione o un intreccio, né un copione apparente. E tutto sembra lasciato all’improvvisazione dei tre attori esordienti, abbastanza credibili con la loro interpretazione più che naturalistica, eccezion fatta per la capogruppo Heather Donahue, un po’ troppo forzata.

La Critica

I due registi, Daniel Myrick ed Eduardo Sánchez, anche loro esordienti, pensano bene di scomparire e, con l’espediente del falso documentario e della conseguente artigianalità delle riprese, con fotografia sporca e macchina a mano, confezionano un prodotto privo di stile e senza alcun interesse cinematografico, neppure per i cultori del genere horror, con cui questo film ha poco a che fare. Neppure è nuova la trovata del mockumentary (che presenta eventi fittizi come se fossero reali) applicato all’horror, dato che ci aveva già pensato nel 1979 con Cannibal Holocaust l’italiano Ruggero Deodato, che aveva persino preso in considerazione l’ipotesi di una denuncia per plagio.

 

Fonti: www.mymovies.it; wikipedia.org, http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/cinema/2016/08/01/torna-la-strega-di-blair_4dc8fd15-1220-43a0-bf64-a2a42de54590.html

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