La misteriosa foto scattata alla Fontanina di Camerano e pubblicata venerdì sera su facebook dall’assessore Costantino Renato

La misteriosa foto scattata alla Fontanina di Camerano e pubblicata venerdì sera su facebook dall’assessore Costantino Renato

CAMERANO – C’è un nuovo mistero da svelare a Camerano. Una foto scattata in un luogo caro alla tradizione popolare, dove da secoli mistero e fantasia si rincorrono all’ombra delle grotte, riaccende il mito di antiche leggende che si tramandano da generazioni. Non è infatti passata inosservata l’immagine pubblicata su facebook dall’assessore Costantino Renato. Una foto immortalata “all’interno della Fontanina di Camerano durante un sopralluogo” che ha fatto subito tornare alla memoria i vecchi racconti sulla Giana, presenza arcana e indecifrabile che si manifestava all’imbrunire nei pressi della vena d’acqua. “Dopo aver scaricato i file sul pc – scrive l’assessore – ci siamo accorti di aver ‘imprigionato’ questa immagine molto strana. Quasi sicuramente è un fascio di luce proveniente dal flash, ma la foto è comunque molto suggestiva se pensiamo alla leggenda che gira proprio attorno a quel luogo”. Si narra, infatti, che nei pressi della Fontanina, detta anche Fontevecchia, si aggirasse la Giana, una sorta di fata o figura fiabesca femminile, non si sa bene se benefica o malefica, posta a custodia delle sorgenti. Secondo il racconto degli anziani, si sarebbe palesata a diverse persone del paese che si recavano ad attingere l’acqua con le brocche prima della distribuzione idrica nelle abitazioni. Motivo per il quale le donne, intimorite, evitavano quel luogo dopo il calare del sole. “La cosa strana – prosegue su fb l’assessore – è che mentre veniva scattata la foto non abbiamo notato niente di strano, quando ho rivisto le immagini sul pc c’era quella che vedete che mi ha particolarmente suggestionato. Credo sia visibile a tutti una donna con un velo che fissa chi ha davanti”. Ma quella della Giana non è la sola leggenda tramandata dal racconto orale… I racconti popolari: La “Fontanina” a “Fontevecchia”, come molti la chiamavano, è una sorgente che fornisce ininterrattomente acqua “di vena”. Anteriormente al 1889, anno in cui venne realizzata il primo acquedotto a Camerano, costituiva l’unico modo per attingere acqua disponibile agli abitanti del paese. Raccontano i vecchi che le donne andavano più volte al giorno, con le brocche, a questa fonte e vi si recavano periodicamente per lavare i panni in vasche laterali, che ancor oggi sono rimaste a sinistra della fonte. Scendevano giù con il mastello o con la cesta dei panni da lavare e si mettevano in fila, utilizzando le vasche contigue per i vari risciacqui. Utilizzavano sapone da bucato, ma spesso anche pezzi di creta che strofinavano sui panni con risultati sorprendenti. Terminata questa operazione, tornavano a casa ed era una grossa fatica rifare la salita di via Marinelli con il mastello reso ancor più pesante dai panni bagnati. Alcune di esse andavano alla fonte verso sera per trovarla meno affollata, anche perché le ore del giorno erano dedicate a lavori più importanti, ma le più evitavano di andare alla Fontanina dopo l’imbrunire per via di certe leggende che circolavano su questa luogo e soprattutto per non “incontrarvi la Giana”, una “paura” tipica di questa fonte. Il muro che racchiude la fonte, sormontato da un arco, costituisce una costruzione elegante che risale presumibilmente al XVIII secolo. All’interno della fonte, secondo testimonianze orali, dovrebbe trovarsi un grande serbatoio alimentato da un cunicolo. Un’antica leggenda tramandata oralmente da generazioni di cameranesi ritiene che nei pressi della Fontanina, detta anche Fontevecchia, si aggirino misteriose “presenze”. Tra queste la “Giana”, una sorta di fata o una figura fiabesca femminile, non si sa bene se benefica o malefica, posta a custodia delle sorgenti. La “Giana”, seconda il racconto degli anziani, si sarebbe manifestata a diverse persone del paese che si recavano ad attingere acqua con le brocche prima della distribuzione idrica nelle abitazioni. E’ curiosa la rassomiglianza di questo vocabolo con il termine sardo di “damus de janas” (casa delle fate) riferita ad antiche sepolture diffuse in certe zone dell’isola, il che farebbe pensare ad una comune matrice mitologica dell’area mediterranea. Secondo un’altra leggenda, nei pressi della fonte, verso la fine del secolo scorso sarebbe stata uccisa una donna dal marito per gelosia e le persone che andavano ad attingere l’acqua avrebbero continuato a “vederla” per molti anni in quel luogo all’ora del tramonto. Talvolta più persone contemporaneamente avrebbero “visto” la donna danzare nel cielo per cui, per un certo tempo, la gente evitava di andare alla fonte dopo l’imbrunire. Una leggenda tramandata oralmente vorrebbe infine che, a monte della cisterna che alimenta la fonte, si aprisse una grotta ora murata che attraverserebbe tutto il colle su cui sorge Camerano e che andrebbe a ricongiungersi con il famoso “Buco del Diavolo”, ma questa è una ipotesi abbastanza verosimile se si considera che il noto ipogeo molto probabilmente altro non è che il tratto superstite di un antico tortuoso acquedotto sotterraneo, collegato alle “gradine” anche per scopi difensivi (nota tratta dal sito del Comune: http://www.comune.camerano.an.it/c042006/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idtesto/18).

Ringrazio per la segnalazione: M.M. di Ancona.

 

Fonte: www.cronacheanconetane.it

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