Era la mattina del 6 agosto del 1945 (FOTO) quando l’equipaggio del bombardiere Enola Gay, delle Forze Armate degli Stati Uniti, sorvolò i cieli della città giapponese di Hiroshima e sganciò la prima bomba atomica della storia, nome in codice “Little Boy”, del peso di novemila libbre. Sarebbe stata costruita con l’uranio delle miniere congolesi. L’aereo era uno dei quindici B-29 con modifica “Silverplate”, necessaria a sganciare ordigni atomici ed era stato costruito dalla Glenn L. Martin Company nello stabilimento di Omaha, Nebraska e selezionato personalmente dal colonnello Paul Tibbets, il pilota. Gli venne assegnato il victor number 12, che venne in seguito cambiato in 82, ma il 5 agosto 1945, il giorno prima della missione, Tibbets gli diede il nome di sua madre, Enola Gay Haggard. L’equipaggio era composto da dodici membri tra cui il “navigatore” Theodore Van Kirk, detto l’Olandese. Aveva 24 anni il giorno in cui guidò con le sue carte di volo il B-29, in sole sei ore e mezza, dall’isola di Titian nelle Marianne sino ai cieli sopra Hiroshima. È morto l’anno scorso pochi giorni prima dell’Hiroshima Day, a 93 anni. Era l’ultimo ancora in vita della crew. I lavori di restauro dell’Enola Gay sono iniziati nel 1984 e la fusoliera è stata esposta per la prima volta nel 1995 allo Smithsonian’s National Air and Space Museum. Nel 2003 è stato riassemblato e si trova al Washington Dulles International Airport. Nel 1980 a Enola Gay è stata dedicata una canzone pacifista dagli Orchestral Manoeuvres in the Dark. Ha venduto più di cinque milioni di copie in tutto il mondo: “Enola Gay, saresti dovuta rimanere a casa ieri”, recita il testo, “Oh, le parole non possono dire quel che si prova e le vostre bugie. Quei giochi che fate finiranno tutti in lacrime un giorno o l’altro, Oh, Enola Gay, non sarebbe dovuta finire in questo modo. Sono le 8.15, ed è l’ora che è sempre.
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Enola Gay, you should have stayed at home yesterday
Oho words can’t describe the feeling and the way you lied
These games you play, they’re gonna end it all in tears someday
Oho Enola Gay, it shouldn’t ever have to end this way
It’s 8.15, and that’s the time that it’s always been
We got your message on the radio, conditions normal and you’re coming home
Enola Gay, is mother proud of little boy today
Oho this kiss you give, it’s never ever gonna fade away
Enola Gay, it shouldn’t ever have to end this way
Oho Enola Gay, it shouldn’t fade in our dreams away
It’s 8:15, and that’s the time that it’s always been
We got your message on the radio, conditions normal and you’re coming home
Enola Gay, is mother proud of little boy today
Oho this kiss you give, it’s never ever gonna fade away
Enola Gay, saresti dovuta rimanere a casa ieri,
Oh, le parole non possono dire quel che si prova e le vostre bugie.
Quei giochi che fate finiranno tutti in lacrime un giorno o l’altro,
Oh, Enola Gay, non sarebbe dovuta finire in questo modo.
Sono le 8.15, ed è l’ora che è sempre stata,
Abbiamo ricevuto il tuo messaggio alla radio, condizioni normali e
tu stai tornando a casa.
Enola Gay, la mamma è orgogliosa del suo giovanotto oggi,
Oh, quel bacio che hai dato non sbiadirà mai.
Enola Gay, non sarebbe dovuta finire in questo modo.
Oho, Enola Gay non dovrebbe sbiadire nei nostri sogni.
Sono le 8.15, ed è l’ora che è sempre stata,
Abbiamo ricevuto il tuo messaggio alla radio, condizioni normali e
tu stai tornando a casa.
Enola Gay, la mamma è orgogliosa del suo giovanotto oggi,
Oh, quel bacio che hai dato non sbiadirà mai.
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9 agosto 1945, la bomba atomica su Nagasaki
Il 9 agosto 1945, alle 11.02, sulla città portuale di Nagasaki viene sganciata la seconda bomba atomica, nome in codice Fat Man per la sua forma ovoidale, tre giorni dopo quella che aveva distrutto Hiroshima. Lungo 2,34 metri con un diametro di 1,52 metri, l’ordigno utilizzava plutonio-239 e rilasciò una potenza di 21 chilotoni, molto più dell’energia sprigionatasi da Little Boy. Nagasaki, obiettivo di ripiego nel caso in cui non fosse possibile bombardare la città di Kokura, per le condizioni climatiche, fu protetta dalle montagne che la circondavano, ma l’ordigno esplose a 500 metri dal suolo nella zona industriale Urakami, sede di fabbriche di munizioni, scuole, edifici pubblici e abitazioni civili. Polverizzò tutto ciò che esisteva nel raggio di 1 km, ma l’onda d’urto produsse crolli e incendi fino a 15 km dall’epicentro. Morirono all’istante 40 mila persone su 240 mila abitanti, ma il numero totale delle vittime viene comunque stimato intorno alle 80 mila persone, incluse quelle esposte alle radiazioni nei mesi seguenti. La ricostruzione della città iniziò subito, nel 1946, ma non nel quartiere di Urakami dove nel 1955 furono realizzati un “parco della pace” e un museo dell’atomica, che illustra i drammatici eventi del ’45: ci sono molte immagini di Nagasaki prima della bomba, l’orologio bloccato alle 11.02, ora dell’esplosione, le storie dei sopravvissuti e il suono dell’acqua che scorre incessante. Era ciò che più mancava ai sopravvissuti, è il simbolo di sofferenza e rinascita. Nel parco ci sono sculture donate da tutti i Paesi del mondo. Tra queste la Statua della Pace di Seibo Kitamura: raffigura un uomo che alza la mano destra verso il cielo da dove arrivò la morte e che tende la sinistra come a invocare la pace.
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Pubblicato da djeguito
Amo il mistero in tutte le sue forme: castelli stregati, case infestate, fantasmi, misteri, sparizioni e apparizioni, miracoli, tutto ciò che non si conosce e faccia paura......
Buona lettura.......
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