Il fantasma di Beatrice Cenci
Oggi per il ciclo fantasmi dal passato, voglio raccontarvi la storia molto interessante della graziosa fanciulla Beatrice Cenci, sfortunata ragazza romana vissuta alla fine del Cinquecento.
Secondo la leggenda, si dice che compaia nella notte fra il 10 e l’11 settembre, lungo il ponte che conduce a Castel Sant’Angelo.
Ora passiamo alla storia della povera ragazza, che è diventata simbolo dell’ingiustizia. Beatrice era la figlia di Francesco Cenci, un nobile dal temperamento violento e condotta immorale che spesso e volentieri gli avevano causato problemi con la giustizia papalina. Nella città eterna i Cenci vivevano in un palazzo della metà del XVI secolo, situato nel Rione della Regola, edificato sulle rovine di un precedente fortilizio di epoca medievale. Francesco era un vero incubo per i suoi familiari, che invano avevano tentato di denunciarlo alle autorità. Beatrice e la matrigna Lucrezia, progettarono l’assassinio dell’uomo, con la complicità dei fratelli Giacomo e Bernardo, il castellano Olimpio Calvetti ed il maniscalco Marzio da Fioran detto il Catalano.
Il 9 settembre 1598 Francesco Cenci venne ritrovato morto, con il cranio sfondato, nell’orto della rocca di famiglia di Petrella Salto, in Abruzzo. Il processo a Beatrice e famiglia, incolpati del delitto, fu seguito da tutta la città, che si schierò dalla parte della fanciulla maltrattata, ma ahimè la giustizia papale decise di dare una pena esemplare affinché altri non ripetessero un simile gesto. Difatti voci e sospetti, alimentati dalla fama sinistra del conte e dagli odi che aveva suscitato nei suoi congiunti, indussero le autorità ad indagare sul reale svolgimento dei fatti.
La salma fu riesumata e i successivi esami esclusero la caduta come possibile causa delle lesioni. I congiurati vennero scoperti ed imprigionati. Calvetti, minacciato di tormenti, rivelò il complotto. Marzio da Fioran, sottoposto a tortura, confessò ma, messo a confronto con Beatrice, ritrattò e morì poco dopo per le ferite subite. Giacomo e Bernardo confessarono anch’essi. Beatrice inizialmente negò ostinatamente ogni coinvolgimento indicando Olimpio come unico colpevole, ma la tortura della corda ne vinse ogni resistenza e finì per ammettere il delitto.
Prevalsero le tesi accusatorie e gli imputati vennero tutti giudicati colpevoli Beatrice e Lucrezia, furono condannate alla decapitazione
La povera Beatrice venne decapitata la mattina dell’11 settembre 1599 sulla piazza di Castel S. Angelo.
Secondo alcune voci, ancora oggi, a distanza di oltre 500 anni, si dice, che appare tutti gli anni la notte tra il 10 e l’11 settembre, camminando lungo ponte S. Angelo con la propria testa sottobraccio.
Sarà vero, o falso, rimane il fatto che tutto può accadere, anche le cose più inspiegabili e la povera Beatrice è stata vittima di un sistema sbagliato, e di un padre violento, ma la giustizia purtroppo, sembra essere rimasta come quel periodo, nulla!!!!
L’11 settembre 1599 la giovane nobildonna romana saliva i gradini del patibolo a Castel Sant’Angelo, dando vita ad una leggenda oscura e commovente che persiste ancora ai giorni nostri. Ma Beatrice Cenci era veramente innocente? Piccola controstoria di un dramma tardorinascimentale, reso immortale da poeti e romanzieri del XIX secolo.
La sua storia ha ispirato dipinti (Guido Reni), tragedie (P.B. Shelley) e romanzi (A. Dumas, Stendhal).