Il fantasma di Canterville (The Canterville Ghost, 1887) è un celebre racconto umoristico giovanile di Oscar Wilde. Pubblicato per la prima volta sulla rivista The Court and Society Review, il racconto ebbe un enorme successo e alcuni elementi della storia sono entrati nell’immaginario popolare. Ne sono stati realizzati numerosissimi adattamenti per il cinema, la televisione e il teatro. È una parodia delle Storie di fantasmi. La parodia si estende però anche alla società: Wilde tratteggia con pungente sarcasmo sia l’Inghilterra vittoriana, la sua aristocrazia e le sue tradizioni, ma anche il pratico materialismo americano e i suoi eccessi, mettendo così a confronto due stili di vita e due concezioni del mondo opposte, che nel finale lieto trovano una sorta di felice compromesso.
Il racconto è ambientato in Inghilterra, alla fine dell’Ottocento. Hiram Otis è un politico americano che, seguendo la moda dell’epoca, acquista un castello inglese per trascorrervi le vacanze. Hiram B. Otis, si trasferisce così in Inghilterra, insieme alla famiglia, composta dalla moglie Lucrezia, ex bella ragazza della crème americana, dal figlio maggiore Washington, molto attaccato al denaro, da Virginia, timida sedicenne e dai due terribili gemelli Tim e Tomb, andando ad abitare nel castello di Canterville, pur sapendo che tale castello è infestato da un fantasma, l’antico proprietario, Sir Simon di Canterville, che uccise la moglie Lady Eleonore di Canterville e poi scomparve nel nulla. Sir Simon, scorbutico nobiluomo del tardo cinquecento, costretto a passare l’eternità tra le mura del castello finché l’antica profezia non verrà compiuta. Questa profezia riguarda una giovane dall’animo puro che dovrà versare lacrime per un peccatore. Nessuno ha più il coraggio di avvicinarsi al castello e moltissime persone sono fuggite terrorizzate o sono rimaste sconvolte. Deciso a far scappare i nuovi proprietari dal suo castello, il fantasma tenta di spaventarli in tutti i modi, usando anche degli stratagemmi che da secoli non usava, ma invano. Gli Otis, infatti, non sono per nulla spaventati e rispondono ironicamente a ogni tentativo fallito del fantasma e gli parlano tranquillamente, burlandosi di lui (il quale fa apparire macchie di sangue, rumoreggia con le sue catene, ulula la notte). In particolare il motivo del contendere è la macchia di sangue sul tappeto del salone. Questa macchia è il ricordo di dove cadde la sposa di Sir Simon, Lady Eleanore, uccisa dal marito in un momento di collera perché incapace di attendere alle faccende domestiche. Washington è un fautore del super smacchiatore Pinkerton, e con questo si adopera per detergere la macchia. A nulla valgono gli avvertimenti della governante, Mrs. Umney: la macchia viene puntualmente ritrovata. Infine, la famiglia Otis instaura un certo rapporto con lo spettro, il quale è ormai depresso perché non riesce a far spaventare più nessuno ma è spaventato egli stesso dagli scherzi dei due gemelli. Un giorno Virginia, di ritorno da una cavalcata con il giovane promesso, sente piangere e trova il fantasma, con cui inizia a parlare e che poi aiuta a trovare la via per salvarsi, infatti lo aiuta a trovare il perdono per i peccati commessi. Il fantasma così riesce a morire in pace e per ricompensare Virginia le dà dei preziosi gioielli che appartenevano alla sua famiglia e che il signor Otis vuole che Virginia restituisca a Lord Canterville ma esso rifiuta e Virginia li indosserà quando tornerà alla tomba di Sir Simon, dopo il suo viaggio di nozze con Cecil, ragazzo inglese, innamorato di Virginia.
Personaggi:
Sir Simon di Canterville: il fantasma peccatore che uccise la consorte quando era ancora in vita;
Hiram Otis: ministro americano e un buon padre di famiglia;
Lucrezia Otis: la madre, una bella ragazza della borghesia americana, ossessionata dalla pulizia;
Washington Otis: il figlio maggiore, parla poco ma agisce molto;
Virginia Otis: la secondogenita sedicenne, dal carattere timido e riservato;
I gemelli Otis: i terribili gemelli che fanno scherzi al fantasma;
Mrs. Umney: la governante, nata e cresciuta all’ombra del castello;
Cecil: ragazzo inglese, innamorato e futuro sposo di Virginia.
Commento*
Il fantasma di Canterville, al di là del finale sentimentale, che presenta chiari accenti patetici, si svolge con una trama lieve e scherzosa che lo rende adatto sia a un pubblico adulto in grado di apprezzarne la fine ironia, sia a dei giovani lettori, più concentrati sul mero svolgimento degli eventi. Il testo, al pari degli altri racconti della raccolta del 1891, nasce da un momento di soddisfazione personale dell’autore che, finalmente, riesce a farsi accettare in quei salotti eleganti a cui tanto aveva aspirato. L’ironia fine e pungente dei circoli altolocati che Wilde frequenta si può riflette tra le pagine del Fantasma di Canterville, in cui l’autore si prende garbatamente gioco delle idiosincrasie dell’alta nobiltà inglese, ma anche di quegli americani così saldamente legati al denaro e al principio dell’utile materiale.
Questo contrasto tra il modo di vivere inglese e il controcanto americano è esplicito nel comportamento degli Otis, che, anche quando l’evidenza li costringe ad accettare che la tenuta appena comprata sia effettivamente infestata da uno spirito, affrontano la situazione con buonsenso e pragmatismo: il fantasma vive nel maniero da trecento anni, e quindi ha tutto il diritto di restare, ma deve però adattarsi agli obblighi di una convivenza che, alla fine, snatura la sua identità di fantasma. Nel complesso, perciò, il racconto rivela il punto di vista duplice dell’autore, che sembra apprezzare la forza e la decisione moderna degli stranieri, ma ne coglie anche la azione trasformatrice e spesso involontariamente irrispettosa.
Il fantasma, dal canto suo, è l’emblema dei valori fondati sul sangue e sulla nobiltà, oltre che del legame con le antiche tradizioni del cosiddetto “vecchio mondo”, con le sue radicate ed immutabili convinzioni. Sir Simone è infatti abituato a un tipo ben determinato di comportamenti e rapporti sociali, secondo cui gli aristocratici sono temuti e ammirati, e i fantasmi sono terribili anche in virtù dell’autorevolezza di ciò che sono stati in vita. Il fantasma rappresenta la tradizione e le convenzioni prestabilite anche in senso letterario. Il racconto infatti è ricchissimo di riferimenti alla tradizione delle lettere e gioca con le convenzioni di genere. In particolare, sono evidentissimi i riferimenti alle storie dell’orrore e al gusto per il macabro, nelle descrizioni dello spettro o nelle spaventose immagini dell’inquietante oltretomba che si spalanca davanti agli occhi di Virginia. Anche il filone patetico, che domina nel finale con un brusco cambio di registro, rappresenta un chiaro rimando alla tradizione sentimentale e tardoromantica. Benché sia meno esplicito, non è meno rilevante il riferimento al teatro, costante in tutta la prima parte della narrazione, in cui sir Simone continua a cambiare abbigliamento per incutere maggior timore, ripensando alle gloriose performances del passato e al loro successo.
Il racconto delinea un vero e proprio rovesciamento quando il fantasma-persecutore del passato, a seguito degli scherzi dei gemelli Otis e, più in generale, della ferma volontà della famiglia di vivere in pace, è ridotto alla condizione di vittima, apparendo soltanto un depresso simulacro di una gloria ormai svanita.
Sempre giocando con le convenzioni letterarie, per sciogliere la vicenda Wilde sceglie una sorta di deus ex machina da dramma antico. La giovane Virginia è una ragazza sensibile e soprattutto giovane: non più superficiale e pestifera come i fratelli, ma non ancora cinica e disincantata come i genitori. Soprattutto, la sua percezione è dominata dall’empatia, dall’affetto e dall’amore, sia inteso come afflato verso tutte le creature, sia in senso proprio, grazie al recente incontro col duca che anni dopo diverrà suo marito. Proprio il suo amore, citato in modo esplicito dalla profezia menzionata da sir Simone come chiave imprescindibile per la purificazione dello spirito vagante, favorisce la sua capacità di aprirsi alla comprensione e al perdono.
Il messaggio dell’autore, così, non si riduce ad una giocosa punzecchiatura del mondo contemporaneo e della società upper class, sia essa inglese o americana. Il racconto va considerato anche come una riflessione sulla vita e sulla morte, sulle relazioni e sulla comprensione umana, sulla forza dei sentimenti rispetto alle rigide leggi dell’universo. Le tematiche della colpa e di una condotta morale le cui conseguenze possono riflettersi persino nella morte sono infatti tematiche molto care ad Oscar Wilde, centrali non a caso anche nel suo capolavoro, Il ritratto di Dorian Gray, benché esso sia caratterizzato da toni decisamente più cupi.
Wilde, che al tempo della stesura del racconto ha da poco visitato gli Stati Uniti per una serie di conferenze, ha potuto osservare con interesse i costumi degli americani, che sarebbero divenuti lo spunto per i suoi racconti scherzosi e parodici, destinati a suscitare l’ilarità del raffinato pubblico inglese.
*Fonte commento: http://www.oilproject.org/lezione/riassunto-il-fantasma-di-canterville-oscar-wilde-the-canterville-ghost-trama-personaggi-16224.html