“Una mirabile opera di ingegneria medievale che nasconde un’inquietante leggenda. Ecco la storia di un ponte misterioso che dovreste assolutamente vedere da vicino“.
Fra i mille piccoli borghi caratteristici della Toscana, vi è un piccolo paesino in provincia di Lucca, Borgo a Mozzano lambito dal fiume Serchio,un corso d’acqua attraversabile a piedi grazie ad un ponte riconoscibile per la sua peculiare struttura: il Ponte della Maddalena o Ponte del Diavolo.
Lungo oltre 90 metri, quest’opera di raffinata ingegneria presenta una struttura “a schiena d’asino” estremamente caratteristica visto che è formato da tre arcate di diverse dimensioni, con il suo arco maggiore che raggiunge un’altezza superiore ai 18 metri.
Il Ponte del Diavolo prende il suo nome dalla leggenda che vuole sia stato il demonio in persona a costruirlo.
La storia narra che la costruzione del ponte fosse stata commissionata ad un capomastro che era molto preoccupato per i tempi di consegna.
L’opera era difficile da realizzare, e l’imminente scadenza lo fece cadere in disperazione, tanto cheil Diavolo, si manifestò proponendo di aiutare il capomastro: avrebbe completato il ponte lui stesso, In cambio dell’anima del primo essere vivente che lo avrebbe attraversato.
Stretto il patto, in una notte il ponte fu eretto, ma il muratore si sentì talmente in colpa da correre a confessarsi da un prete che gli suggerì una strategia per rimediare alla sua debolezza: far attraversare per prima una bestia (una versione della leggenda parla di un maiale, l’altra di un cane)
Il giorno dell’inaugurazione il capomastro segui il consiglio del prete, e bloccata la folla che entusiasta voleva attraversare il ponte, fece per primo passare un maiale ( o un cane). In questo modo il Diavolo, sentendosi sbeffeggiato dall’arguzia del capomastro, decise di gettarsi nelle acque del fiume Serchio scomparendo per sempre.
In realtà il Ponte della Maddalena – questo il nome ufficiale del ponte – fu un’imponente ed ingegnosa opera medievale voluta probabilmente dalla contessa Matilde di Canossa nel XI secolo,allo scopo di consentire a viandanti e pellegrini di raggiungere la vicina Lucca e ricongiungersi alla Via Francigena che li avrebbe condotti fino a Roma.
Un ingente restauro avvenne nel XIII secolo per mano del condottiero lucchese Castruccio Castracani, mentre nel XIV secolo lo scrittore Giovanni Sercambi lo inserirà in una delle sue novelle ispirate al Decameron di Boccaccio. Si dovette aspettare Il 1500 circa per sentirlo chiamare col nome di Ponte della Maddalena, nome probabilmente ispirato da un oratorio che si trovava ai piedi della struttura.
Nel 1836 il ponte subì gravi danni a causa di una piena del fiume, mentre nei primi anni del 1900 venne aperto un nuovo arco sulla parte destra per consentire il passaggio del treno. Miracolosamente sopravvissuto alla ferocia dei nazisti, che in vista di abbandonare le fortificazioni della Linea Gotica lo avevano minato, il ponte si offre ancora oggi allo sguardo dei visitatori in tutta la sua maestosità. L’arcata centrale sporge acutissima (ricordando appunto il dorso di un asino), formando una parabola talmente alta che la sua struttura sembra sfidare la legge di gravità.
Fonte: https://lucca.online/1646-il-ponte-del-diavolo-a-lucca-storia-e-leggende/