Le culture di tutti i popoli hanno tramandato storie di fantasmi, la letteratura ne è ricca e di conseguenza, i pittori si sono dati da fare ad immortalare immagini di spiriti usando la loro fervida immaginazione per descriverli. Fu però solamente nel XIX secolo che ebbe inizio in pittura il grande successo delle raffigurazioni di fantasmi, i quali saranno tra i soggetti peferiti degli artisti romantici.
I fantasmi più famosi sono ancora oggi quelli di Shakespeare e molti artisti si accinsero a raffigurarli. Nell’opera “Amleto” il padre del protagonista appare come fantasma al figlio per rivelargli chi aveva posto fine alla sua vita; nel capolavoro “Macbeth”, Banquo ucciso a tradimento, torna sotto forma di spirito durante un banchetto per tormentare la coscienza di Macbeth colpevole del suo omicidio.
Ma le storie di fantasmi furono tratte anche dai libri più impensati come quello dell’astrologo inglese Robert Smith Cross (1795-1832) che scriveva con lo pseudonimo di “Raffaello” su un almanacco chiamato “The Struggling Astrologer”; egli trovandosi costretto a chiuderlo, mise insieme i suoi articoli in un libro intitolato “Astrologo del XIX secolo”, dal quale fu tratto il celebre dipinto: “Un mago richiama un fantasma”.
Spesso le leggende di fantasmi dipinte dagli artisti furono legate anche a personaggi realmente esistiti come ad esempio la regina di Polonia e granduchessa di Lituania, Barbara Radzwill (1520-1551). Donna descritta come bellissima, ella fu molto amata dal marito Sigismondo II Augusto e dal suo popolo. La sua storia di donna non importante politicamente che fece perdere la testa ad un principe, infiammò l’animo dei poeti e non di meno lo fece la sua tragica morte (la colse mentre era ancora nel fiore degli anni). A lei furono dedicate una vasta gamma di opere letterarie in cui venne avvelenata dalla regina madre Bona Sforza d’Aragona; si pensa sia stata infatti l’ambiziosa suocera ad uccederla perché non aveva mai ben visto le sue nozze con il figlio.
Un dipinto di Wojciech Gerson (1831-1901) mostra un momento tratto da una leggenda in cui Sigismondo, disperato per la perdita della consorte, fa evocare il suo spirito da Pan Twardowski, nobile di Cracovia del XVI secolo, il quale secondo il mito, aveva venduto l’anima al diavolo in cambio di una grande conoscenza e poteri magici.
Anche in Oriente le storie di fantasmi ebbero grande seguito. Utagawa (1797-1861) illustrò il momento tratto da “Nissaka”, dove il guerriero riceve il figlio in fasce dal fantasma della moglie assassinata.
(FAGR 8-10-11)