La tradizione vuole che nella Camera Rossa fossero stati compiuti dalla donna, innumerevoli misfatti. La giovane Isabella, consapevole del proprio fascino, aveva un temperamento alquanto impetuoso e focoso, tant’è si narra che in alcune frivole feste lei giungesse vestita di soli veli, proprio per sottolineare le linee del suo corpo. Ma la sua natura la spingeva ad attirare numerosi amanti con i quali s’intrattenne proprio sul baldacchino ancora presente nella stanza.
Da qui, dopo un’ardente notte di passione, venivano condotti in un salottino al quale si accedeva da una porta sita in un angolo della camera, con la promessa di raggiungerli non appena si fosse rivestita. In realtà dietro alla piccola porta non vi era nessuna sala, ma solo un tenebroso e angusto corridoio nel quale era un trabocchetto. I suoi ignari amanti non potendo vedere nulla per via del buio cadevano nella botola e precipitavano vorticosamente in un orribile pozzo a rasoio.
I loro corpi esanimi e dilaniati precipitavano poi nella calce viva, appositamente collocata per dissolvere ciò che restava di loro. Paolo Giordano Orsini pur essendo a conoscenza della disdicevole condotta della moglie Isabella, un giorno si recò segretamente in chiesa ad ascoltate le confessioni della moglie, ed ottenne così la sue conferme. La sera stessa vendicò le umiliazioni subite strangolando Isabella con un nastro di seta rosa, nei loro appartamenti del Castello di Cerreto Guidi a Firenze. Il trabocchetto, frutto della mente oscura e enigmatica di Isabella, è ancora visibile nella camera, mentre il pozzo è stato murato.
La sensazione che si percepisce nell’osservare i luoghi dove vennero compiute tali scelleratezze è talmente forte, che pare aleggi ancora, tra le mura del castello, la presenza della viziosa Isabella de Medici. Ed infatti, secondo i racconti locali, sembra che una signora in abiti del Cinquecento di tanto in tanto vaghi sulle sponde del bel Lago di Bracciano.