Le isole Trèmiti (o Diomedèe, dal greco Diomèdee, Διομήδεες) sono un arcipelago del mare Adriatico, sito 12 miglia nautiche a nord del promontorio del Gargano e 24 ad est della costa Molisana e da Termoli.
Amministrativamente, l’arcipelago costituisce il comune italiano di Isole Tremiti di 455 abitanti della provincia di Foggia in Puglia.
Il comune fa parte del Parco Nazionale del Gargano. Dal 1989 una porzione del suo territorio costituisce la Riserva naturale marina Isole Tremiti.
Pur essendo il più piccolo e il secondo meno popoloso comune della Puglia (con meno abitanti vi è solo Celle di San Vito), è uno dei centri turistici più importanti dell’intera regione. Per la qualità delle sue acque di balneazione è stato più volte insignito della Bandiera Blu, prestigioso riconoscimento della Foundation for Environmental Education.
L’arcipelago è composto dalle isole di:
- San Nicola, sulla quale risiede la maggior parte della popolazione e si trovano i principali monumenti dell’arcipelago.
- San Domino, più grande, sulla quale sono insediate le principali strutture turistiche grazie alla presenza dell’unica spiaggia sabbiosa dell’arcipelago (Cala delle Arene).
- Capraia (detta pure Caprara o Capperaia), la seconda per grandezza, disabitata.
- Pianosa, un pianoro roccioso anch’esso completamente disabitato e distante una ventina di chilometri dalle altre isole.
- Il Cretaccio, un grande scoglio argilloso a breve distanza da San Domino e San Nicola.
- La Vecchia, uno scoglio più piccolo del Cretaccio e prossimo a questo.
Storia e mito.
« …non va dimenticata la dimensione storica delle isole. Ciò che consiglio è di fare una vacanza della conoscenza, per ricostruire la memoria storica dell’arcipelago, protagonista, nei secoli scorsi, di rilevanti avvenimenti storici. Queste isole sono così ricche di storia, di cultura e di leggende che vale la pena conoscerle per poterne godere a piene mani. » |
(Lucio Dalla, in un’intervista sul web, maggio 2002) |
IL NOME “ISOLE TREMITI”
Varie ed incerte le supposizioni sull’origine dell’attuale nome delle antiche isole DIOMEDEE. Forse il loro nome deriva da “terremoto” (Tremetus o Trimerus) da cui avrebbero avuto origine e che le separò dalla penisola garganica o dalle scosse che comunque scuotevano periodicamente l’isola , molto giovane geologicamente. Secondo un altro studio il nome deriverebbe da “tramitis”, cioè tramite, passaggio per la vicina Illiria. Secondo lo studioso Cocorella l’arcipelago delle Tremiti che prima era composto da una sola isola ed un solo monte, successivamente si modificò originando tre isole e quindi “Tre Monti”. Dunque, intorno alla metà del secolo XVI, si cominciò a sostituire al nome originario di “Diomedee” quello visivo di Tremiti, appunto tre monti.
SCRIGNO DI ANTICHE CIVILTA’
Numerosi rinvenimenti archeologici segnalano la presenza dell’uomo sulle isole sin dalla preistoria. Insediamenti neolitici, inumazioni tipiche di popoli illirici e dalmati, tracce di presenze dell’età del ferro , resti di epoca greca e romana caratterizzano l’antica e ricca storia delle Isole Tremiti. Anche il rinvenimento nel mare circostante di numerosi relitti testimonia l’importanza strategica delle isole come punto di approdo per la navigazione commerciale .
TRA MITO E REALTA’
Secondo la leggenda le isole furono avvistate dopo una tempesta da Diomede , eroe greco, reduce della guerra di Troia. Egli decise di fondarvi una colonia che prese il suo nome e le isole furono dette ” Diomedee”. Quando morì, in un duello fratricida con Aleno , fu sepolto sull’Isola di San Nicola . Subito dopo la morte di Diomede, gli Illirici occuparono le Isole Tremiti e ne cacciarono gli abitanti. Le anime di questi, allora, furono tramutate da Venere in uccelli affinché vigilassero perennemente il sepolcro del loro re. Nel secolo XVI padre Basilio da Cremona, mentre scavava un terreno sull’isola di San Nicola , trovò dei resti umani ; accanto lucerne e monete d’oro e d’argento. Il suo sepolcro? Nessuna certezza. Forse , sepolto su un picco inviolabile a piombo sul mare , giace ora, dissolto, nei flutti che amava. Nelle miti notti d’estate ,nei pressi delle coste più impervie , è possibile ascoltare il verso impressionante delle Diomedee ( Berta Maggiore ), simile al pianto di un bimbo. Anime perse piangono ancora il loro eroe? Un’altra tradizione vuole l’arcipelago utilizzato, successivamente, per lo struggente esilio di Giulia , nipote di Augusto. Colpevole di adulterio, la giovane morì sulle isole venti anni dopo. Leone Ostiense narra dell’esilio di Paolo Diacono avvenuto tra il 771 e il 786 per ordine di Carlo Magno che voleva così punirlo di aver congiurato contro l’imperatore.
MONACI E PIRATI
Avvincenti, quasi romanzesche le vicissitudini dei monaci tremitesi.Le fonti documentarie indicano che agli inizi dell’anno mille è già attivo un centro religioso di monaci Benedettini Cassinesi. Probabilmente agli inizi dell’XI secolo vengono costruiti L’ABBAZIA e la CHIESA DI S. MARIA. In questo stesso secolo L’ABBAZIA delle ISOLE TREMITI visse un periodo di straordinario splendore. Grazie alle numerose e generose donazioni, il monastero controllava territori che si estendevano dal Gargano all’Abruzzo meridionale. L’importanza assunta dall’Abbazia avviò un lungo contenzioso con la Casa madre di Montecassino che ne esigeva il controllo. Il 22 Aprile 1256 una Bolla del Papa Alessandro IV conferma l’indipendenza e la consistenza delle proprietà tremitesi che si erano intanto estese a sud verso Trani e all’interno sino al Principato di Benevento. L’autonomia e il desiderio di ricchezza spingono però i monaci ad eccedere. Questi infatti avevano intessuto lucrose relazioni commerciali con le colonie slave e offrivano un porto sicuro, e più tardi addirittura aiuto concreto, ai corsari dalmati. Nel 1237, considerata la situazione , Gregorio IX avviò il processo di epurazione che portò nel 1255 alla sostituzione dei benedettini con i cistercensi. In pochi anni i monaci moltiplicarono gli introiti del monastero curando con attenzione la difesa dell’isola che, grazie anche al contributo di Carlo II d’Angiò che volle la cosiddetta TORRE ANGIOINA in San Nicola , divenne una vera e propria fortezza inespugnabile contro cui si infrangevano i ricorrenti assalti dei pirati slavi. Ma nel 1334 , con uno stratagemma, narrato da A. Tria , pirati ,partiti da Almissa vicino Spalato, entrano nella fortezza ed estinguono la colonia monastica. Dopo il sanguinoso episodio l’isola rimase a lungo disabitata, sin quando ,nel 1412 ,il Papa Gregorio XII convince un piccolo gruppo di canonici Lateranensi a trasferirsi ivi. Protetti da una piccola guarnigione lavorarono di buona lena per restaurare e fortificare il monastero secondo quello che è l’aspetto attuale ( ad esclusione delle trasformazioni ottocentesche).Nuovamente il monastero conobbe un periodo di graduale splendore cui seguì una lenta decadenza. Tra il 5 e l’8 Agosto del 1567 , una flotta di 150 navi turche , guidate da Pialj Pascià , e che aveva già saccheggiato lungo la costa Ortona, Vasto e Termoli, tenta senza successo di espugnare il forte delle Isole Tremiti. Il frate spagnolo Di Ribeira , testimone oculare dell’accaduto descrive dettagliatamente quelle giornate. Ma le frequenti invasioni turche sulla costa resero sempre più profondo il lento declino delle fortune del monastero. Finchè , dopo la guerra di secessione spagnola , nel 1737 , Carlo II di Borbone sollevò dubbi sull’effettiva proprietà dell’isola e subito dopo il suo successore Ferdinando IV, concludendo il contenzioso, soppresse l’abbazia , incamerando i beni nel Regio Demanio.
PRIGIONIERI NEL MARE
Soppressa l’Abbazia i Borboni istituirono nel 1792 una Colonia penale. Ad ogni confinato erano dati 5 tomoli di terra da coltivare e una paga di 5 grana al giorno per tre anni. Nel 1807 , l’isola , intanto occupata dai murattiani, resiste al bombardamento di una flotta inglese. Nel 1843 Ferdinando II deportò sull’isola malavitosi napoletani e più tardi lucani fiancheggiatori di briganti , picciotti siciliani e contrabbandieri di sale romagnoli. Nel 1926 e nel 1931, il domicilio coatto divenne prima confino di polizia poi confino politico. In quel periodo furono alcune centinaia gli esiliati politici residenti tra cui il futuro Presidente della repubblica Sandro Pertini. Sempre durante il regime fascista fu costruito sull’isola di San Domino il piccolo villaggio di rosse case bifamiliari che fu utilizzato come carcere della Marina Militare sino al 1946 , quando l’utilizzo dello stesso villaggio consentì l’avvio al turismo nelle isole. Il turismo grazie al graduale e veloce miglioramento dei collegamenti e delle strutture ricettive si è sempre più sviluppato. Dagli anni ’60 ad oggi , fondi nazionali e comunitari hanno finanziato complessi lavori di consolidamento e restauro dei monumenti storici più importanti. Con decreto interministeriale in data 14.07.1989 è stata istituita la riserva naturale marina denominata “Isole Tremiti” .
San Domino è la più grande ed è anche quella che ospita la maggior parte delle attività ricettive: Gli hotel, i villaggi e le discoteche le troverete solo a San Domino. E’ grande circa 3,5 km di larghezza per 5 km circa di lunghezza.L’isola è circondata da una folta pineta che degrada lentamente verso il mare, lungo una miriade di calette meravigliose raggiungibili a piedi. Navigando lungo la costa di San Domino troverete le 3 famose grotte delle Tremiti: Le Viole, Le Rondinelle e la grotta del Bue Marino, mentre camminando a piedi nella pineta giungerete al Colle dell’Eremita da dove potrete godere di un panorama meraviglioso sull’arcipelago. Altra attrazione importante dell’isola sono le Berte Maggiori, qui chiamate Diomedee, uccelli tipici dell’arcipelago, le quali nelle notti senza luna accoppiandosi, piangono, emettendo un verso simile a quello di un neonato. Sono udibili dalla Punta Secca o in località del Faro. Su San Domino vi sono alcune spiaggie di sabbia, la Cala delle Arene, situata vicino al porticciuolo, oltre ai Pagliai che è una piccola spiaggia di ciottoli e sabbia mista e Cala Matano, altra piccola spiaggia di sabbia raggiungibile comodamente dal paese.
San Nicola è l’isola storica delle Tremiti, abitata da vari ordini di monaci per quasi 1000 anni è anche il centro amministrativo dell’arcipelago. Le grandiose fortificazioni che la cingono fanno immaginare ad un passato ricco e importante, come effettivamente è stato. L’abbazia dei monaci Tremitesi era diventata ricca grazie alla sua posizione strategica, al centro dell’Adriatico, ma furono in tanti ad attentare alla sua ricchezza. Al giorno d’oggi San Nicola è un piccolo centro turistico che ospita 4 o 5 ristoranti, altrettanti bar, e qualche posto letto fornito da isolani privatamente, tutto questo in una splendida cornice medievale circondata da 30 km di mare. I luoghi da visitare a San Nicola sono talmente tanti che in una giornata non ci si riesce a vederli tutti. Il Castello dei Badiali, l’abbazia di S.Maria a Mare, il cimitero libico. Non vi sono alberghi sull’isola ma è raggiungibile comodamente da San Domino tramite traghetto. A San Nicola vi è un’unica spiaggia, ma è occupata da barche e gommoni durante il periodo estivo, e quindi difficilmente praticabile.
Capraia e Cretaccio sono vicine alle 2 isole principali, ma sono disabitate. Sono raggiungibili tramite gommoni o barche. In esse vi sono solo conigli e capperi e sono particolarmente belle da visitare lungo la costa, per le tante insenature ed alcune spiaggiette. Da ricordare la Cala del Diavolo sul Cretaccio, Pietre di Fucile a Capraia che è sicuramente la più bella cala di tutto l’arcipelago, gli Scoglietti di Capraia, piccola insenatura che dal mare permette di addentrarsi nell’isola fino al vecchi faro abbandonato.
Pianosa è disabitata e dista 12 miglia a sud-est dall’arcipelago. In alcune occasioni ospita esperimenti scientifici e ricerce marine. Dal 1989 è riserva naturale integrale, quindi non è permesso il transito, l’ormeggio e la balneazione, oltre che ovviamente la pesca. è il confine est del continente italiano. Il nome Pianosa è dovuto alla forma bassa e piana dell’isola, tanto che In occasione di alcuni temporali particolarmente forti, le onde passano da un lato all’altro.
Le Isole Tremiti e Lucio Dalla (in memoria del grande Maestro)
Qui vi accosterete ad un’artista che ha dato vita ad opere straordinarie: come poesie tradotte in una canzone… ma ispirati tutti da un unico soggetto il meraviglioso arcipelago delle Tremiti. Tra i nomi più illustri troviamo Lucio Dalla maestro e poeta della musica leggera. Tremiti per Lucio è stata musa ispiratrice di alcuni brani tra cui Piazza Grande, La Casa in riva al mare, 4 marzo 1943, Com’è profondo il mare, ma non solo, sulle isole il grande Maestro ha avuto una casa discografica dove ha inciso nell’ottobre 2001 uno dei suoi LP: Luna Matana. Dal 2000 ogni estate sull’isola di San Nicola organizzava “Il mare e le stelle“, manifestazione oramai famosa e molto attesa dai turisti che frequentavano queste meravigliose isole. Il Festival del Mare di Lucio Dalla durava 3 giorni in cui si avvicendavano sul parco grandi artisti della musica italiana e internazionale, invitati dall’artista bolognese.Tra i grandi nomi ricordiamo: Gino Paoli, Edoardo Bennato, Fiorella Mannoia, i Tiromancino, oltre che il famoso Claudio Baglioni, divenuto anch’essi cittadino onorario dell’arcipelago nel 2007.
Fonti: lecinqueisole.it, wikipedia.org, isoletremitionline.it.