La leggenda del Lupo *
Un giorno Francesco si recò in vista nella città di Gubbio. Ma come entrò nella città vide che non c’era nessuno né animali né persone. Tutti i cittadini di Gubbio erano chiusi nelle loro case per paura di un Lupo veramente pericoloso e grande. Tutti conoscevano Francesco e chiesero a lui se poteva aiutarli. Francesco accettò e andò a parlare con il Lupo.
Si reco alla foresta, e vide arrivare da lui lentamente questo grosso cane. Francesco lo chiamò: ”Fratello Lupo , in nome di Dio ti ordino di non farmi male a me e a tutti gl’uomini”. Quando furono vicini Francesco fece il segno della Croce in bocca al Lupo.
Poi Francesco gli disse: “Fratello Lupo perché hai fatto del male ai tuoi fratelli uomini? Tutti ti odiano Fratello Lupo, hanno paura tutti di te, devi smetterla. Ma io sono tuo fratello e voglio che ci sia pace fra te e gli uomini, cosi sarete tutti tranquilli in questa città”. Quando il Lupo capì il suo errore scrollò la testa, fu allora che Francesco disse agli abitanti di Gubbio: “Il Lupo vuole vivere in pace con voi, lo desidera veramente. L’importante che mi promettete che voi gli darete da mangiare, al vostro nuovo Fratello”. Da quel giorno grazie a Francesco e alla buona volontà sia del Lupo che dai cittadini di Gubbio, era tornata la pace e il Lupo passava a trovare gli abitanti ,che gli davano da mangiare , come promesso. Il Lupo era diventato il cane di tutti, era diventato anche l’amico di tutti bambini. E quando mori, alcuni anni dopo tutti gli abitanti piansero perché avevano perso il loro caro amico Fratello Lupo.
Gubbio: albero di Natale
Poi c’è la storia, molto più recente, dell’albero di Natale. Che cos’ha, di speciale, l’albero di Natale a Gubbio? Semplice: non è un albero, ma una montagna. O meglio: una montagna travestita da albero. Guardate che non si scherza, qui è roba da Guinness dei primati. Nel periodo natalizio arrivano da tutto il mondo per ammirarla: circa 30 anni fa l’amministrazione di Gubbio ha deciso di trasformare nel simbolo del Natale l’intero Monte Ingino che domina il paese. Come? Ci ha “disegnato” sopra un enorme abete luminoso alto 650 metri e largo alla base 350, con oltre 800 luci, 8.500 metri di cavo elettrico, 1.350 prese e collegamenti tra i vari punti luce. L’albero di Natale più grande del mondo, insomma, per uno dei paesi più belli d’Italia.
Proprio in dicembre è bello visitare Gubbio, perché è immersa nelle nebbie e foschie, mentre il pallido sole di dicembre si nasconde tra le sue antiche stradine e regala, a chi va in giro per le sue vie silenziose imbacuccato nel cappotto, momenti unici. In centro si va solo a piedi, come i viaggiatori del Medioevo, quindi l’auto è meglio lasciarla in uno dei parcheggi. Poi, proprio come si dovesse scalare l’albero di Natale fino alla cima, si visitano i “rami” più bassi. Una delle prima bellezze da ammirare è il Teatro Romano, a sud-ovest del centro storico. Le sue grandi arcate sono in un grande prato verde e vengono usate, nella bella stagione, per varie manifestazioni. Poco più in là, ci sono i resti dell’ex Spedale Grande di Santa Maria della Misericordia e, soprattutto, la chiesa di San Francesco: all’interno, interessanti cicli di affreschi dell’artista Ottaviano Nelli, che raccontano la storia del santo e di Maria.
Gubbio: centro storico
Da qui incomincia Via dei Consoli, con i suoi bei negozi di artigianato, che arriva alla bellissima Fontana dei Matti e nel centro monumentale di Gubbio: Piazza Grande. Più che una piazza è un’ardita terrazza sostenuta da archi a botte, un balcone architettonicamente considerato tra i più belli d’Italia. Da un lato si vede tutta la valle, dall’altro i palazzi del potere: Palazzo del Podestà, che è la sede del municipio, il neoclassico Palazzo Ranghiasci e, soprattutto, lo stupendo Palazzo dei Consoli, alto 60 metri e con una bellissima merlatura. Al suo interno ci si può fare un’idea del lusso in cui vivevano i signori del medioevo e anche ammirare gli oggetti antichi del Museo civico: in particolare le tavole eugubine, cioè sette lastre religiose in bronzo del III secolo a.C., scritte in lingua umbra e latina.
Continuiamo a salire verso la cima del monte? Forza, allora! Non ci vuole molto, passando per Via Federico da Montefeltro, oppure dalla scalinata che passa sotto Palazzo del Capitolo, per arrivare in Piazza del Duomo. La Cattedrale ha una facciata molto semplice, ma all’interno la messa di Natale è riscaldata dai 10 grandi archi che filtrano la luce di lampade e candele in modo molto emozionante. Proprio di fronte c’è il Palazzo Ducale, che ha un bellissimo giardino interno: è un esempio del Rinascimento del paese, voluto da Guido da Montefeltro nel XIII secolo.
Gubbio: vista dal Palazzo Ducale
Dopo tanto salire, un po’ di relax si può trovare nel Parco Ranghiasci, tra tigli, aceri e ippocastani, resti del Medioevo e tempietti neoclassici. Si trova relax anche in Via Baldassini, che è un po’ il “salotto buono” di Gubbio. Qui i palazzi del Trecento sono ricchi di negozi di antiquariato, come il famoso Lisart. Poi, per citare solo alcuni dei più famosi artigiani del paese, ci sono i Maestri liutai che lavorano legno, cuoio, metallo e pietre preziose; c’è il magazzino di Tele Umbre, dove si trovano tovaglie e lenzuola ricamate a mano come una volta; poi ci sono i Rampini, che dipingono a smalto piatti e altri oggetti, e i Rossi, che lavorano la ceramica a vernice nera tipica degli antichi Etruschi.
Forse ora, dopo tanto shopping, si ha voglia di buon cibo. Nelle vicine Via della Repubblica e Via Garibaldi (paradiso dei buongustai) ci sono La Gelateria e il Bar del Corso, per l’aperitivo con stuzzichini con prodotti locali, come i fantastici tartufi.
Ora che vi siete riposati, potete andare nel punto più alto del paese, dove si trova la basilica di Sant’Ubaldo, a 827 metri. Chi vuole può salire a piedi lungo una stradina molto ripida. Oppure c’è una comoda funivia. Si può anche ridiscendere al parcheggio, prendere la macchina e salire curva dopo curva per 5 km. Sant’Ubaldo è una tappa fondamentale, caratteristica di Gubbio, così come lo è il suo albero di Natale enorme. Perché? Primo, perché è una struttura architettonicamente stupenda, orgoglio del Rinascimento umbro. Secondo, perché da qui si domina tutto il paese e lo si scopre nei suoi lati più unici: per esempio le vie e le stradine, che dall’alto sembrano i fili della tela di un ragno, o i tetti che creano un eccezionale effetto ottico.
Gubbio: corsa dei ceri
Il terrazzo, il motivo più importante per salire fin quassù, è un omaggio agli abitanti di Gubbio: proprio qui riposa Sant’Ubaldo, patrono del paese. Secondo la leggenda, due tori che trasportavano il suo cadavere si sono fermati si sono fermati proprio qui, sulla cima del Monte Ingino, e non si sono più mossi: per questo la basilica è stata costruita proprio in questo luogo, dove ancora oggi riposa il santo. Se avete intenzione di tornare a Gubbio, fatelo a maggio. In quel mese, infatti, la basilica di Sant’Ubaldo diventa teatro della festa religiosa più importante del paese: la corsa dei ceri, cioè la gara pazza tra enormi carri alti 7 m, con la statua del santo. Si sa, a Gubbio fanno le cose in grande. Come passare il Natale sotto un “albero-montagna”. Come incontrare un lupo che viene a leccarti la mano.
Liberamente tratto da: F. De Tommaso, Tutti matti per Gubbio.
Espressioni e termini nuovi:
- strano: che è diverso dal consueto, dal normale
- il lupo: mammifero dei carnivori, eccezionalmente vorace, con tronco robusto e pelo corto, della stessa famiglia del cane.
- andare in giro: girare per un luogo senza una destinazione precisa, passeggiare
- mansueto: di animale reso domestico e docile
- convincere: dimostrare con delle prove
- smettere di fare qualcosa: terminare un’azione
- travestito: vestito in modo del tutto diverso dal solito, ad esempio, a Carnevale ci si traveste
- la roba: ogni oggetto materiale
- il primato: risultato massimo ottenuto
- l’amministrazione: sede delle attività amministrative di una città
- l’abete: pianta ad alto fusto delle Conifere, sempreverde, che si addobba durante il Natale
- il cavo elettrico: grosso conduttore per il trasporto dell’energia elettrica
- immerso: participio passato di immergere, tuffato, sprofondato nell’acqua
- la foschia: oscuramento atmosferico dovuto a fumo o nebbia
- pallido: privo del suo colorito naturale
- nascondersi: celarsi, sottrarsi alla vista
- il ramo: suddivisione primaria o di primo ordine del fusto delle piante
- il centro storico: raggruppamento in un determinato luogo della città, di edifici antichi
- il prato: estensione di terra non coltivata e ricoperta di erba
- la manifestazione: spettacolo destinato a un vasto pubblico
- l’artista: chi opera nel campo dell’arte
- l’artigiano: chi esercita un’attività produttiva senza lavorazioni di serie, con strumenti di sua proprietà e utilizzando mano d’opera poco numerosa
- ardito: coraggioso
- l’arco a botte: struttura ad asse curvilineo, posta a copertura di una porta, finestra o ponte
- la valle: formazione longitudinale fra montagne delimitata da due versanti, nel cui fondo scorre un corso d’acqua
- il municipio: sede dell’amministrazione comunale di una città
- bellissimo: molto bello
- il potere: autorità suprema nell’ambito di una comunità o di uno stato
- la merlatura: ordine di merli sopra la cima di un’opera fortificata
- il museo civico: luogo in cui sono custoditi oggetti d’interesse storico della città
- eugubino: che proviene da Gubbio
- la lastra: corpo solido di poco spessore con le facce maggiori parallele e per lo più rettangolari
- la cima: parte più alta, vertice
- la scalinata: scala di notevoli dimensioni che da accesso a edifici, di solito monumentali
- emozionante: che genera emozioni
- il Rinascimento: movimento culturale sorto in Italia alla fine del XVI, caratterizzato dal rinnovamento dell’arte, dei costumi e della cultura in generale
- il secolo: spazio di tempo di 100 anni
- il tiglio: albero delle Malvali con foglie a cuore seghettate
- l’acero: pianta arborea delle Terebintali a chioma larga e densa
- l’ippocastano: grande albero delle Terebintali con corteccia bruna e scepolata
- il salotto buono: luogo al chiuso in cui si organizzano riunioni mondane e culturali
- il negozio di antiquariato: negozio in cui si vendono oggetti antichi
- il liutaio: chi fabbrica e ripara liuti o altri strumenti a corda o ad arco
- il cuoio: pelle degli animali resa inalterabile e non più putrescibile con la concia
- la pietra preziosa: gemma dell’oreficeria di maggior valore
- il magazzino: edificio o stanza adibita a deposito di materiali svariati
- la tovaglia: drappo che si stende sulla tavola per apparecchiare la mensa
- ricamato a mano: tessuto su cui sono presenti lavori con l’ago effettuati a mano, per abbellimento
- lo smalto: massa vetrosa di composizione varia, utilizzata per decorare ceramiche
- il buongustaio: chi ama la buona cucina
- lo stuzzichino: una piccola portata che si consuma di solito poco prima di un pasto più abbondante
- la funivia: impianto di trasporto di persone in montagna, costituito da sedili e cabine
- ridiscendere: scendere di nuovo
- l’orgoglio: esagerata valutazione dei propri meriti e qualità
- scoprire: arrivare a conoscere e far conoscere agli altri
- la tela di ragno: la casa del ragno
- l’omaggio: regalo
- riposare: fermarsi, cessare dal fare qualcosa
- il toro: maschio adulto dei bovini, destinato alla riproduzione
- costruire: fabbricare mettendo insieme varie parti
- il cero: grossa candela di cera
- la gara: competizione tra due o più concorrenti
- incontrare: trovare davanti a sè, per caso o deliberatamente
- leccare: lambire con la lingua
Fonti: serenaitalian.wordpress.com, il poverellodassisi.jimdo.com